Da Corot a Van Gogh, la pittura all’aria aperta

Non sono particolarmente amante delle mostre che pretendono rappresentare lunghi periodi della Storia dell’Arte, anche se focalizzano un tema specifico, come questa del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, intitolata “Impresionismo y aire libre, de Corot a Van Gogh”, aperta fino al 12 d di Maggio 2013.

Sono esposte 113 opere, realizzate nell’arco di 120 anni, dal 1780 al 1900, da artisti tanto diversi e lontani tra di loro come Turner, Constable, Corot, Cézanne, Rousseau, Van Gogh, Monet, Hodler, Daubigny , Courbet, Boudin, Van Gogh, Sisley, Pissarro, Renoir ecc.

Camille Corot, Autoritratto,1840 ca. – olio su carta incollata su tela, 33 x 25 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze

Normalmente mostre di questo tipo sono concepite come “eventi-spettacolo” per attrarre folle di visitatori ….che ovviamente fanno tanto bene al marketing….ma servono poco a conoscere, a capire ed approfondire il linguaggio della Pittura, le ricerche in un determinato momento storico e culturale, i perchè e i percome delle soluzioni plastiche e stilistiche adottate in quel preciso contesto e da quel determinato movimento o artista individuale ecc. Sono carellate per emozionare superficialmente, per dire “questo mi piace” o “questo non mi piace”, e tutto finisce lì.

Camille Corot, Orleans, vista desde una ventana hacia la torre de Sainte-Paterne, c.1830. Musée des Beaux-Arts, Strasbourg.

Ciononostante questo tema della pittura all’aria aperta, all’aria libera, “en plein air”, “sur le motif mi affascina e ho una grande nostalgia per questo filone della ricerca pittorica, che oggi è stato stupidamente quasi completamente abbandonato.

La Pittura “dal vero” praticamente è sempre esistita (Leonardo da Vinci diceva:”Io dipingo solo ciò che vedo“), ma solo dalla fine del sec. XVIII nei viaggi in Italia i pittori iniziano ad esercitarsi con piccoli studi realizzati all’aperto, fuori, immersi nella natura, come apporto di conoscenza per le grandi composizioni tematiche che venivano elaborate poi all’interno degli studi. E solo all’inizio del 1800 le pitture di paesaggio acquistano un loro valore autonomo nel mercato dell’arte, fino a diventare, con l’impressionismo, quasi esclusivo oggetto di compra-vendita.

Camille Corot, Campesina en el bosque de Fontainebleau, Musée d’Art et d’Archéologie, Senlis.

In realtà si può dividere la “Storia del Mercato dell’Arte” dalla “Storia della Ricerca nell’Arte”.
Nel primo caso, con l’avvento della industrializzazione e della divisione del lavoro, abbiamo un DIVORZIO progressivo tra le arti maggiori che fino ad allora sono sempre state INTEGRATE (Architettura, Pittura e Scultura); e perciò un ridimensionamento brutale delle “dimensioni” delle opere pittoriche, diciamo, per semplificare, dai grandi affreschi negli edifici pubblici al quadro da cavalletto per il commercio nelle Gallerie private.

Nel secondo caso abbiamo un “naturale” ampliamento della ricerca scientifica SUL VERO, con i mezzi specifici delle Arti, che nel Rinascimento aveva coinvolto lo spazio fisico e la Prospettiva, gli studi sul Colore e la rifrazione della Luce, poi l’Anatomia umana, gli oggetti, la flora e la fauna…e poi, come era logico prevedere, per quanto riguarda il disegno e la Pittura, il Paesaggio e la Natura all’aria aperta, all’aria libera, “en plein air”, “sur le motif “…..

Jean-Baptiste-Camille Corot (1796–1875),Volterra, le municipe, 1834, 70 × 94 cm, Musée du Louvre

Tutta questa opera di ricerca di eloquenza espressiva basata su dati reali, sul vero, “sur le motif “(Picasso diceva “io dipingo le cose e non le idee”), con i mezzi specifici di conoscenza che sono i linguaggi dell’Arte……invece di arricchire e approfondire questi linguaggi espressivi dell’arte, sono oggi semplicemente stati TUTTI abbandonati a favore di una cosidetta “arte contemporanea” o “arte concettuale” che non è più nè zuppa nè pan bagnato.

Sul vero, “sur le motif “ non si fa più niente, non c’è più ricerca….non solo sul paesaggio “en plein air”, ma neanche sul corpo umano, sulla flora e la fauna, sui colori e le prospettive ecc. ecc.

E’ ormai tutto un ripetersi pseudo-accademico di formulette e trovatine che andranno forse bene per la “Storia del Mercato dell’Arte” ma sono assolutamente nefaste per la“Storia della Ricerca nell’Arte” .

Camille Corot, El puente de Narni, 1827. National Gallery of Canada, Otawa.

Mostre spettacolo, come questa di Madrid, basate sulle emozioni piuttosto che sulle conoscenze sicuramente servono al grande business del Mercato, ma ho dei seri dubbi che possano servire ad aiutare a ritrovare i fili d’Arianna nel labirinto dell’Arte di oggi.

L’immagine centrale di questo Post non è volutamente un paesaggio, ma è uno studio di Autoritratto SUL VERO di Corot. Un gioiellino che è esposto nella Galleria degli Autoritratti del Corridoio Vasariano che sta sopra il Ponte Vecchio a Firenze (con quell’incredibile taglio luce-ombra sulla fronte, che lascia intatta la continuità della superficie….) . Noterete che l’atteggiamento DI RICERCA E DI STUDIO è il medesimo e identico di quello che Corot esercitava all’aria libera, “en plein air”. In Pittura tutti i TEMI sono dei pretesti per la ricerca e lo studio delle cose e dei fenomeni del mondo in cui viviamo.

Camille Corot, Le Quai des Pâquis, Ginebra, c.1842. Collection des Musées d’art et d’histoire de la Ville de Genève.

 

2 pensieri su “Da Corot a Van Gogh, la pittura all’aria aperta

  1. Credo che la ricerca costituisca la soddisfazione principale per chi crea l’opera d’arte. V’è naturalmente il momento dell’analisi e il dipingere ciò che si sente e si ‘vede’ e si vuole manifestare, e tutto ciò è ogni volta ricerca. Nell’affresco in particolare la ricerca della tinta ‘giusta’, avendo a disposizione solo quei pochi pigmenti, rappresenta già una sfida che affina la fase della preparazione.

  2. Si possono riprodurre le emozioni e le atmosfere by Vincent van Gogh, il genio visionario!
    Certo, tutto è possibile grazie alle app e ai nuovi device.
    Per esempio, parliamo della Notte Stellata, un suo capolavoro! (Per alcuni Il suo capolavoro…)
    Riprodurla? Un sogno? Tutt’altro!
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