Le feci di Piero Manzoni a Palazzo Reale di Milano

piero-manzoni.jpgIl comune di Milano celebra il genio concettuale di Piero Manzoni con la più grande retrospettiva a lui dedicata a cinquant’anni di distanza dalla sua prematura scomparsa.

Nella grande mostra a Palazzo Reale “Piero Manzoni 1933-1963”, visitabile dal 26 marzo al 2 giugno, sono esposte 130 opere per raccontare sette anni di carriera, ovvero la parabola fulminante di Piero Manzoni,uno degli artisti che, sul finire degli anni Cinquanta, pose il punto finale alle cosidette “Avanguardie” sopravvissute alla seconda guerra mondiale.

piero-manzoni-1961-1362499231_orgIn un certo senso la sua ricerca e le sue opere appassionate distrussero sul nascere le pretese di autenticità di quel piano globale della “Guerra Fredda Culturale” finanziato e promosso dalla CIA, iniziato con l’Espressionismo Astratto e oggi universalmente conosciuto come “Sistema dell’Arte Contemporanea”.

piero-manzoni.jpgLe intuizioni ed efficaci provocazioni di Piero Manzoni possono essere considerate l’ultimo disperato ruggito della tigre avanguardistica contro i poteri, contro le mercificazioni, contro le ideologie, le borghesie e le gerarchie, i militari e le guerre, le ingiustizie e le corruzioni…..insomma contro tutto l’ordine costituito.

merda.jpgLa sua “merda d’artista” è un grido di protesta contro gli pseudo-valori dell’ “American way of life”  che stavano invadendo la società italiana ed europea.

Le ricerche e intuizioni sofferte, profonde e provocanti delle “Avanguardie” sono finite con Piero Manzoni e Lucio Fontana….poi è iniziata la grande mediocrità, fatta di piccole idee banali e di grandi corruzioni private e statali, di manovre miserabili e meschine, di manipolazioni infami e di soffocamento del libero pensiero, della libera creatività e della libera professionalità: appunto….l’infinito tunnel oscuro della intolleranza e del totalitarismo chiamato “arte contemporanea”.

Lucio Fontana, CONCETTO SPAZIALE

Lucio Fontana, CONCETTO SPAZIALE

Alcuni anni fa si rifletteva su questi nostri Fontana e Manzoni:

“Negli anni ’60 due geniali artisti italiani hanno esaurito le “ricerche” delle Avanguardie con opere insuperabili ed insuperate per la loro pregnanza concettuale e spettacolare.

Lucio Fontana, raccogliendo ormai il disagio di moltissimi avanguardisti rispetto ai vincoli bidimensionali della tela, ha bucato e tagliuzzato la stessa andando definitivamente fuori (al di là) della superficie pittorica.

Molti, in quel periodo, tirarono un sospiro di sollievo, pensando che finalmente chi avesse avuto problemi con la superficie pittorica avrebbe potuto liberamente cambiare mestiere lasciando quindi ai pittori la possibilità di riprendere il proprio lavoro liberi dagli incubi avanguardistici.

Piero Manzoni, invece, raccogliendo i postulati di moltissimi mercanti, galleristi e critici sulla priorità della firma dell’ autore rispetto alla qualità dell’opera, ha realizzato la celeberrima “Merda d’artista, numerata, firmata e conservata al naturale” (Andy Warhol e le sue lattine di Campbell sono robetta da principianti al confronto…).

Anche in questo caso molti pensarono che mercanti, critici e galleristi avrebbero saggiamente rivisto le loro tesi sulle “firme” magari riprendendo a studiare a ad amare la pittura e la qualità delle opere.

piero-manzoni.jpgNegli anni ’60 molti giovani studenti d’ arte, forti anche dell’operare di Fontana e Manzoni, guardavano al futuro con grande ottimismo e indubbia fede nel ritorno ai valori fondamentali delle arti plastiche, appassionandosi nello studio del proprio mestiere.

E’ evidente che quei giovani studenti si sono sbagliati, perché nei 50 anni successivi non si è fatto altro che insistere ripetutamente, infinitamente, ossessivamente a “bucare tele” e a “gonfiare firme”, in una sequenza che ormai ha tutti i canoni e gli schemi ripetitivi di un classico metodo accademico, asfissiante, intollerante e corrottamente totalitario”

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