Melozzo da Forlì, a Forlì

La più grande e completa esposizione che gli sia mai stata dedicata a questo grande artista del ‘400 sta per finire, chiude domenica prossima, 12 di Giugno 2011 nei Musei di San Domenico a Forlì.
Melozzo di Giuliano degli Ambrosi, conosciuto come Melozzo da Forlì (1438-1494) ha vissuto e operato in uno dei momenti più felici della Storia dell’Arte italiana e mondiale, e le sue opere hanno contribuito vigorosamente a quella “perfezione formale” mai più raggiunta dall’Arte italiana.


Senza Melozzo, il Cinquecento di Raffaello e Michelangelo non sarebbe mai esistito” dichiara Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani.

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In questa mostra sono esposte praticamente tutte le opere “mobili” dell’artista e gli affreschi staccati del colossale ciclo da lui creato per l’abside della Chiesa dei Santi Apostoli a Roma, ciclo disperso tra Musei Vaticani e Quirinale.
La mostra propone inoltre opere e capolavori di artisti collegati al Melozzo prima , durante e dopo la sua vita (Mantegna,  Piero della Francesca, Bramante, Beato Angelico, Raffaello, Perugino, Benozzo Gozzoli, Paolo Uccello ecc.)

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Questa mostra è stata recentemente visitata dal collega e amico Gianfranco Tognarelli, che mi scrive:

Melozzo da Forlì “L’Umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello”

Questo il titolo della mostra che mi ha incuriosito, perché della figura di Melozzo conoscevo poco, se non i soliti lavori che poi sono quelli che pure erano presenti alla mostra. Non poteva esserci la cupola di Loreto.
Melozzo (1438-1494) ha vissuto in un periodo tra i più fecondi della storia dell’arte. Si sposta a Padova, Urbino dove conosce Mantegna, Laurana, Bramante, nonché Giusto di Gand, pittore fiammingo, e a Roma dove entra in contatto con i pittori fiorentini che lavorano alla Sistina e diventa “Pictor Papalis ”.
Diciamo che mi avevano anche incuriosito le parole di Antonio Paolucci “Senza Melozzo difficilmente si spiegherebbe Raffaello”.
La mostra non era male, benché sempre a luci artificiali!! Vabbè.
In basso c’era la possibilità di vedere in 3D la cappella di Loreto, e più interessante le foto in b\n della cappella Feo in San Biagio a Forlì, dove lavorò sino alla morte, lavoro notevole, vero testamento pittorico, purtroppo completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale in un bombardamento.
Al piano superiore la mostra con opere di Melozzo: le due degli uffizi e quelle dei musei Vaticani. Contestualizzate con gli artisti a lui contemporanei. C’erano pezzi importanti, ma io ti farò una stringata sintesi secondo i miei interessi di oggi.

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La mostra è incentrata sul famoso affresco “Sisto IV° nomina il Platina prefetto della biblioteca Vaticana ”. Dipinto celebrativo, vero manifesto politico(quando la pittura aveva una funzione!) quindi nato sotto le peggiori premesse(secondo me). Con tutta quella prospettiva,così puntualizzata (ci sarà stato lo specialista in decori!! questa parte da sola ricorda il noiosissimo Pinturicchio), però la composizione è notevole e si impone sul resto. Ricorda, per il sotto in su, il Mantegna della corte di Mantova in Palazzo Ducale, ed anche se non raggiunge quella potenza pittorica, è un opera notevole, raffinata e nobile ,lo spazio prospettico è funzionale alla composizione, (viene messa in figura l’alleanza tra chiesa e cultura…pictor papalis ricordi??)…. e si sente Raffaello dietro l’angolo….
Prima di questo c’erano due piccoli capolavori di Piero. La “Madonna di Senigallia” e il “San Gerolamo e un devoto” di Venezia. Mi ha colpito il primo in particolare, dirò solo che Piero è il vero inventore della metafisica (e non solo), luce mistero fascino…..( e non è che la Madonna e il Bambino siano belli in senso convenzionale ).
La prospettiva di Piero rigorosa,matematica, geometrica…. Melozzo la umanizza la , la trasfigura in colorata scenografia……

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Ed ecco li i suoi affreschi staccati di angeli; bellissimi, in scorcio, (il Mantegna, che senz’altro aveva visto, doveva essere stato una immagine indelebile nella sua mente) veramente freschi , belli, vivaci colorati (il neoplatonismo è quasi compiuto,la chiesa lo accetta)… . Saranno un po’ decorativi, ma belliiiii,(c’è del Botticelli), con una testa in scorcio veramente notevole.
Accanto ci sono due figure ad affresco di Bramante, rispettabili ma con tutto il rispetto, sembra proprio un architetto che dipinge di fronte a questo Melozzo..
Il cui linguaggio (sempre facile e forse un’po’ esteriore ) è adorno – ma da pittore pittore. Pensare che, se non ho capito male, questi pezzi furono staccati nel 700, per far posto ad un affresco del tempo!!!!! Incredibile.

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Per finire un angelo del giovanissimo Raffaello, della collezione Tosio Martinengo sarà al massimo 20 x 25 cm!!, che fa il Perugino (che imita il NdR), ma con una forza pittorica e con una scansione delle geometrie e dello spazio che mi ha affascinato.
Questi i pezzi che ho in testa di questa mostra, c’era altro ma questa è la mia selezione di oggi.

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3 pensieri su “Melozzo da Forlì, a Forlì

  1. ottimo direi. La prossima volta cercherò di andare all’inizio…. ma qui è un mostrificio…. difficile scegliere.

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