JUAN RULFO:”¡DILES QUE NO ME MATEN!”

…“Guadalupe Terreros era mio padre. Quando sono cresciuto e l’ho cercato mi hanno detto che era morto. E’ abbastanza difficile crescere sapendo che la cosa dove possiamo agrapparci per mettere le radici è morta”… (…“Guadalupe Terreros era mi padre. Cuando crecí y lo busqué me dijeron que estaba muerto. Es algo difícil crecer sabiendo que la cosa de donde podemos agarrarnos para enraizar está muerta”…)
“¡DILES QUE NO ME MATEN!” (Digli che non mi ammazzino) è un racconto breve di Juan Rulfo.
E’ anche il titolo del mio dipinto N.15, e fa parte del progetto di illustrazione dei 17 racconti della raccolta“LA PIANURA IN FIAMME” (El llano en llamas), capolavoro dello scrittore messicano JUAN RULFO.

¡Diles que no me maten! è uno dei racconti più intensi e drammatici della raccolta, e abbiamo la fortuna di ascoltarne la lettura dal suo stesso autore Juan Rulfo, in una registrazione fatta, naturalmente in lingua spagnola, poco prima della sua morte: El cuento de Juan Rulfo en voz de su autor http://www.youtube.com/watch?v=Dy4xPz4Hr7s ….. e mentre si ascolta la voce profonda dell’autore, si puo’ seguirne il testo originale in questo sito: ¡Diles que no me maten! texto completo en español http://www.ciudadseva.com/textos/cuentos/esp/rulfo/diles.htm

Sergio Michilini, ¡DILES QUE NO ME MATEN!, 2011, olio su tela, cm50x61

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Come tutti i racconti di Juan Rulfo, anche questo è costruito come una architettura perfetta, dove non esiste la possibilità di aggiungere nè togliere assolutamente niente, neanche una virgola. E la traduzione all’italiano diventa ancor più difficile a causa del linguaggio popolare usato, quello dell’interno messicano nei primi decenni del secolo scorso.

Tentiamo una specie di traduzione del dialogo iniziale tra il padre condannato a morte e il figlio Giustino:
…”– Io sono tuo figlio. E se vado spesso da loro, alla fine scopriranno chi sono e finiranno con fucilare anche me. E’ meglio lasciare le cose a questo livello – Vai Giustino, digli che tengano un poco di pietà di me. Solo questo digli”…. “– Giustino si alzo’ dal mucchio di pietre dove stava seduto e cammino’ fino alla porta della stalla. Poi si volto’ per dire: Vado. Pero’ se per caso mi fucilano anche a me, chi si occuperà di mia moglie e dei miei figli? – La Provvidenza, Giustino. Lei si incaricherà di loro. Adesso occupati di andare là a vedere cosa puoi fare per me. Questa è la cosa più urgente.”—–
(…” – yo soy tu hijo. Y si voy mucho con ellos, acabarán por saber quién soy y les dará por afusilarme a mí también. Es mejor dejar las cosas de este tamaño. – Anda, Justino. Diles que tengan tantita lástima de mí. Nomás eso diles”… “ – Justino se levantó de la pila de piedras en que estaba sentado y caminó hasta la puerta del corral. Luego se dio vuelta para decir: -Voy, pues. Pero si de perdida me afusilan a mí también, ¿quién cuidará de mi mujer y de los hijos? -La Providencia, Justino. Ella se encargará de ellos. Ocúpate de ir allá y ver qué cosas haces por mí. Eso es lo que urge”…)

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Il dramma del racconto si sviluppa nell’intreccio tra Juvencio Navas, condannato alla fucilazione e il figlio Giustino da una parte, e dall’altra il morto ammazzato Don Lupe Terreros e uno dei suoi figli “il Colonnello”, che rappresentano due famiglie distrutte a causa di un conflitto dovuto alla necessità di alimentazione del bestiame….che è poi la necessità di alimentazione della famiglia di Juvencio Navas….l’eterno conflitto tra ricchi e poveri….. per la sopravvivenza.

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Ovviamente non è casuale che il figlio del proprietario terriero (il cui stesso nome “è tutto un programma”: Guadalupe Terreros….) sia “Colonnello”, cioè abbia fatto carriera nell’esercito!
E, d’altra parte Juan Rulfo profeticamente tratta il tema della ”ALIMENTAZIONE”, che era, è e sarà il problema principale della umanità nel prossimo futuro…e, andando avanti così le cose, sarà la causa di conflitti ancor più tragici e inimmaginabili per la nostra specie.

Rimane, come sempre, il fatto che la volontà di vivere emerge potentemente in Juan Rulfo sia nel contenuto del racconto che nella forma narrativa, che è un capolavoro letterario assoluto ……”No tenía ganas de nada. Sólo de vivir. Ahora que sabía bien a bien que lo iban a matar, le habían entrado unas ganas tan grandes de vivir como sólo las puede sentir un recién resucitado”…. (“Non aveva voglia di niente. Solo di vivere. Adesso che sapeva con certezza che lo avrebbero ammazzato, gli erano entrate delle voglie di vivere tanto grandi come solo le puo’ sentire un recente resuscitato”)

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