Oggimitrattobene: la Long Hammer Ipa

LongHammerIPACuriosamente questo è un periodo in cui sto assaggiando parecchie birre diverse, in momenti e luoghi differenti, ma negli ultimi mesi non ho aggiornato la rubrica dedicata alle degustazioni (che peraltro, sul blog sono ben presenti grazie all’impegno del nostro Ale Div). Riprendo finalmente il filo del discorso con l’ennesima birra che ha fatto capolino nei nostri supermercati dopo un viaggio transatlantico. Iniziano infatti a essere piuttosto comuni, nel circuito della grande distribuzione, diverse birre statunitensi: solo un piccolo campione rispetto alla mole prodotta dalle craft breweries (che spesso hanno dimensioni enormi per gli standard italiani) che però permette al consumatore meno esperto di venire a contatto con etichette e stili diversi.

RedHKOra, tra gli appassionati il dibattito è aperto, perché c’è chi contesta questa tendenza, sottolineando il fatto che un viaggio simile senza le necessarie precauzioni (e nel viaggio comprendiamo anche “l’ultimo miglio”, ovvero ciò che è di competenza del distributore) porta comunque a denaturare aromi e sapori di queste birre.
Personalmente io credo comunque che quello fatto dalla GDO resti un esperimento interessante, e tutto sommato ho spesso trovato la Long Hammer IPA in buone condizioni (forse un po’ meno proprio in quest’ultima occasione).
Prodotta da Red Hook, birrificio aperto a Seattle addirittura nei primi anni Ottanta (è uno dei più longevi) ma ora cresciuto a dismisura e in parte di proprietà di AB-Inbev, la Long Hammer ha un colore dorato e leggermente velato, mentre la schiuma è di media finezza e persistente nel bicchiere.

Al naso il bouquet offerto è interessante e presenta frutta fresca, banana, agrumi delicati e, con il passare dei minuti, sentori resinosi. Gli stessi che poi torneranno all’assaggio e nel retrogusto, in mezzo però a un amaro netto, tagliente e persistente. La forte luppolatura copre il lavoro del malto, permette di pulire presto la bocca e rende la Long Hammer piuttosto beverina. Senza particolari rischi, perché il tenore alcoolico non è particolarmente elevato (6,2%).


Nel complesso una birra piacevole (e migliore dell’altra di casa Red Hook trovata sugli scaffali, la ESB: mi è sembrata piuttosto piatta), che grazie alla GDO permette di dare uno sguardo oltreoceano (a proposito: se ne avete voglia potete leggere il mio reportage dalla California) anche a coloro i quali – e purtroppo nel Varesotto l’esempio è calzante – non hanno a disposizione molti canali di acquisto per birre non convenzionali.

Oggimitrattobene – Tutti gli articoli

Segui la pagina di MALTO GRADIMENTO su Facebook

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *