Poker di medaglie italiane alla World Beer Cup

WorldBeerCupNell’infinità di birre premiate nei giorni scorsi a Denver (Colorado) in occasione della World Beer Cup, c’è spazio anche per una valida rappresentanza battente bandiera tricolore.
Ci sono infatti quattro birre italiane tra quelle che hanno guadagnato una medaglia durante l’enorme rassegna statunitense (quasi 100 le categorie in cui è stato suddiviso il concorso… se non altro è l’ennesima conferma alla versatilità della birra!), per altro dominata a livello di premi dalle produzioni a stelle e strisce, come prevedibile.

Buono comunque il risultato della partecipazione italiana (una ventina i birrifici iscritti tra cui Vis Beer di Cardano al Campo) che, come riporta il blog Cronache di Birra, non aveva mai conquistato quattro podi in un’unica edizione della WBC, manifestazione che si tiene con cadenza biennale. Insomma, si può dire che a Denver sia mancato solo l’oro: sono state infatti tre le medaglie d’argento cui se n’è aggiunta una di bronzo.
Curiosamente a fare la parte del leone è stato il Piemonte e non solo con “Baladin”, il birrificio di Teo Musso premiato tra le “birre sperimentali” con la sua particolarissima Xyauyù (bronzo). Una medaglia è infatti andata rispettivamente al “Croce di Malto” di Trecate e al “San Paolo” di Torino: il birrificio novarese, non nuovo a riconoscimenti di alto livello, ha vinto l’argento con la “Temporis” in una categoria molto partecipata, quella delle “saison”. Quello del capoluogo sabaudo – che personalmente e colpevolmente non conosco – si è invece imposto con la sua “Robinia” nella categoria delle “birre al miele”.

Infine, il bottino italiano è stato completato da un altro secondo posto, quello colto dal parmense “Birrificio del Ducato” con la “Via Emilia”, uno dei prodotti più noti tra quelli creati da Giovanni Campari, che già nel 2012 guadagnò un argento in Colorado.

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