Giornalismo e mercato

Anche la notizia è merce nella società dominata dal mercato. Così per attirare l’interesse di un lettore il giornalista che abita il mercato deve scovare notizie vendibili, ricamare su notizie appannate, rendere appetibili notizie poco digeribili a volte inventarle di sana pianta e spesso andare a ricamare su notizie che piacciono alla gente che piace. Così in questi giorni tornano sulle prime pagine dei giornali l’eroe negativo Corona, che fa notizia perché si fa selfie (autoritratto) appena uscito da galera, la Brambilla che si sente madre dei cani di Berlusconi, Berlusconi preso nel dubbio amletico se seguitare sul patto del Nazzareno oppure stringere un accordo con la Lega e “last but not least” anche l’Umbertone nazionale che piange per essere stato depotenziato dall’ultimo filo di potere residuo che deteneva nel suo partito. Il mondo giurassico che sembravamo esserci lasciati alle spalle ritorna prepotentemente a toglierci il sonno. Tutto questo succede forse per una giornalismocontrazione dell’enorme ego Renziano dopo la batosta delle elezioni amministrative?Il giornalismo del mercato fa quello che può, del resto deve vendere anche lui qualcosa per esistere, ma l’idea di reiterare trasmissioni sui Rom perché il tema piace a Salvini ( che gli fa guadagnare voti liquidi che vanno così come sono venuti), vedere trasmissioni sul tema dell’omosessualità gestita come un incontro di box tailandese, vedere i ricatti di Renzi sulla “pessima” riforma della scuola, sembra una marmellata che è specchio di un Italia smarrita che stenta a ritrovare una via che non sia solo una timida crescita economica. Forse, di Giornalismo 2questa Europa in crisi varrebbe la pena viaggiare per imparare il meglio di quello che nei paesi europei si fa: il giornalismo anglosassone, il sistema di trasporti svizzero, il welfare state dei paesi scandinavi e via così. Copiando e imparando il meglio che c’è sulla scena europea, forse anche all’Italia rimarrebbe impigliato qualcosa di virtuoso.