Search Engine Marketing

Come favorire il posizionamento su Google

Come promesso eccomi pronto per contribuire alla crescita della vostra cultura personale rivolta al Web Marketing.

Il post di oggi è pubblicato sul mio nuovo sito e tratta un argomento estremamente importante soprattutto per coloro che vogliono migliorare il ranking del proprio sito sui motori di ricerca.

Nella “pillola” di oggi troverete infatti le principali informazioni necessarie per capire come favorire il posizionamento su Google.

Scoprirete che non esistono trucchi, sul motorone californiano ci si posiziona attraverso una strategia volta soprattutto ad incrementare la popolarità del vostro sito.

Nello stesso articolo risponderò alle principali domande che mi vengono fatte dai miei clienti che sono già a conoscenza di tutto ciò ma che hanno dei dubbi sui sistemi da adottare senza incorrere in penalizzazioni.

Buona Lettura e a presto.
[ Come essere primi su Google ]

Fabio Dell’Orto
CEO e SEO SPECIALIST di: Soluzioni 4 Business

Google + 1

Un caro saluto ai fedeli lettori di Varesenews, oggi “parliamo” di Google +1 la nuova applicazione lanciata dal motorone californiano per consentire agli utenti di esprimere il proprio apprezzamento per un determinato sito o risultato di ricerca e condividerlo con i propri amici.

Con questo nuovo sistema che in qualche modo emula il più famoso “mi piace” di Facebook, Google ha deciso di rendere più social le ricerche.

Google + 1

Google + 1

Attraverso il + 1 è possibile esprimere una preferenza che “insegna” a Google quali risultati preferisci ti vengano mostrati; al momento, Google +1 si propaga tra le connessioni sociali di Gmail, Google Buzz, Google Reader e nei contatti personali.

Google + 1 è presente sia nei risultati naturali di google quanto nei collegamenti sponsorizzati, secondo quanto annunciato dai suoi esponenti aiuterà gli utenti a trovare i collegamenti più affidabili e teoricamente migliori durante una ricerca, perchè provengono dai voti degli amici che prima di voi hanno cercato e trovato una pagina.

Fin da ora ma sempre di più in futuro troverai il pulsante + 1 a fianco dei risultati sul motore di ricerca oppure all’interno dei siti web, ovviamente a condizione che il web master abbia predisposto il suo inserimento.

Ogni volta che si esprimerà un voto, il quadratino diventerà blu; sarà interessante capire quanto il + 1 influenzerà il posizionamento naturale della pagina che lo ospita.

Data la notizia, per altro anticipato da molti altri blog, mi riprometto di dedicare un articolo tecnico più approfondito in futuro.

Alla prossima.

Fabio Dell’Orto
Internet Strategist
www.fabiodellorto.com
info: info@fabiodellorto.com – 3332205868

Il meta tag Keywords non serve a nulla, o quasi…

Sui forum SEO da anni si asserisce che il meta tag keywords non ha più nessun effetto sul posizionamento di una pagina Web su Google, probabilmente è vero tuttavia io non ne sono mai stato così sicuro.

Indubbiamente, a differenza di tanti anni fa, inserire delle keywords in questo meta tag serve a poco, ma c’è un ma ( scusate il gioco di parole )…

Google più o meno una decina di anni fa si era accorto che attraverso questo meta tag i SEO riuscivano a fuorviare i suoi algoritmi, pertanto i suoi analisti decisero di escluderlo dalla lista di fattori di ottimizzazione on site.

Una decisione che potevo condividere allora visto che i sistemi di crawler non erano così avanzati come lo sono diventati oggi; ora però a distanza di 10 anni sono convinto che il colosso californiano potrebbe aver rivalutato questo meta tag.

Il mio dubbio nasce dal fatto che il meta tag keywords è un fattore discriminante per ottimizzare il punteggio di qualità di una campagna AdWords; secondo voi è possibile invece che venga completamente ignorato come fattore per il posizionamento naturale ? A mio parere No !

Cosa ne pensate ?

PS

Presto in questo blog, come promesso, vi scriverò alcuni suggerimenti per realizzare una campagna di data base building.

Fabio Dell’Orto
Internet Strategist
www.fabiodellorto.com
info: info@fabiodellorto.com – 3332205868

Come calcolare il ROI di una campagna Google AdWords

Google AdWords è il sistema pubblicitario per mostrare degli annunci nella prima pagina del motore di ricerca nel momento in cui gli utenti stanno facendo una ricerca.
Oggi ti spiegherò come calcolare il ROI di una campagna AdWords, non prima però di averti spiegato il suo significato.
Il ROI è l’indice di redditività del capitale investito, in questa pagina su Wikipedia troverai tutte le informazioni necessarie per capire.

ROI

ROI

Per calcolare il ROI di una campagna Google AdWords, bisogna avere presente i tre fattori che lo compongono:

Costi, dati dal numero di clic moltiplicato il costo di ciascuno di essi;
Conversioni, date dal numero di clic moltiplicate il tasso di conversione;
Ricavi, pari al numero di conversioni moltiplicato il ricavo per ogni conversione.

Ti starai chiedendo cos’ è una conversione ?

La conversione è l’azione che il proprietario del sito web desidera che l’utente compia una volta giunto sulle sue pagine. La conversione può essere una richiesta informazioni, l’iscrizione ad un servizio o un acquisto. Per poter misurare le conversioni bisogna che il navigatore lasci una traccia, senza tediarti con informazioni tecniche, sappi che Google AdWords mette a disposizione degli strumenti per farlo con una “certa facilità”.

Esistono due modi per calcolare il ROI di una campagna AdWords:

il primo consiste nel dividere i ricavi delle vendite generate dalla campagna per il costo sostenuto, il risultato viene infine moltiplicato per 100.
Vendite per un ammontare di 100 € a fronte di una spesa pubblicitaria di 100 € equivalgono al raggiungimento di un ROI a break even del 100%.
Un ROI del 50% significa che si sta recuperando il 50% dell’investimento; un ROI del 200% significa che si sono ricavati, per esempio, 200 € a fronte di un investimento di 100 €.

Il secondo sistema invece consiste nel sottrarre i costi pubblicitari dai ricavi delle vendite e dividere il prodotto per il costo della pubblicità.
Un ricavo di 100 € e un costo di 100 € producono un ROI dello 0%; un ricavo di 200 € e un costo di 100 € danno un ROI del 100%.

Alla prossima…

Fabio Dell’Orto
Internet Strategist
www.fabiodellorto.com
info: info@fabiodellorto.com – 3332205868

Google AdWords mai senza call to action secondarie

Google AdWords è il sistema pubblicitario con il quale si possono scalare le SERP [ Serp = search engine results page = lista dei risultati ] di Google quando un utente esegue una ricerca con una delle parole chiave che il Web Marketer ha impostato tra le specifiche della campagna.

Google AdWords, che offro in prova gratuita a tutti i lettori di Varesenews, per essere performante ha bisogno di svariate ottimizzazioni, fra di esse una delle più importanti riguardano le landing page, ovvero le pagine di destinazione dove confluiscono gli utenti che hanno cliccato l’annuncio su Google.

Google AdWords

Google AdWords

In queste pagine, se la campagna è stata impostata con giudizio, il Marketer dovrebbe essersi chiesto cosa vorrebbe che gli utenti facciano, una volta arrivati nella pagina.
In una corretta strategia a questo punto il navigatore dovrebbe trovare una call to action primaria, corrispondente all’obiettivo principale della campagna, ma anche delle eventuali call to action secondarie, altresì efficaci nel caso che sfumasse la principale.

Vediamo con un esempio preceduto da qualche spiegazione, per i meno esperti.

Prima di tutto ti spiego il significato di Call To Action; è l’invito a svolgere un’azione all’interno della pagina, iscriversi ad una newsletter, acquistare un prodotto, scaricare un ebook, fare il download della demo di un programma… a seconda degli obiettivi di una campagna sono tutte quante delle call to action.

Supponiamo che tu sia un ristoratore e che hai fatto una campagna con Google AdWords per farti trovare per la parola chiave: ristorante per cerimonie.
In una campagna di questo tipo la call to action primaria, tuo obiettivo di Business, dovrebbe essere la richiesta di contatto per un preventivo.
Se però nella pagina di destinazione non ci fossero call to action secondarie, ti perderesti tutti i visitatori che non l’hanno fatto subito per mille motivi.

E’ in questo caso che dovrebbero entrare in gioco le call to action secondarie; la richiesta di iscrizione ad una newsletter potrebbe essere una di queste, oppure ( una strategia quest’ultima che mi piace in particolar modo ) l’invito connettersi alla pagina facebook del tuo ristorante.

A presto…

Fabio Dell’Orto
Internet Strategist
www.fabiodellorto.com
info: info@fabiodellorto.com – 3332205868