3 scrivanie per 23 persone: Gli Ufficiali Giudiziari rischiano il collasso

Dopo l'accorpamento dei Tribunali, gli Ufficiali Giudiziari lanciano l'allarme: mancano uffici, scrivanie e personale. "Non possiamo lavorare in queste condizioni" spiegano i sindacati. A rischio anche la sicurezza delle pratiche raccolte.

«Dov’è la mia pratica?» tuona un signore. «Non ne ho idea, qui non c’è» risponde l’Ufficiale Giudiziario. «Potete abbassare la voce che non riesco a parlare» sbotta un’altra funzionaria del tribunale mentre una donna corre fuori dall’ufficio in lacrime. Questa è la scena che si presenta davanti ai cronisti chiamati a documentare quanto avviene all’interno dei locali degli Ufficali Giudiziari di Busto Arsizio dopo il grande accorpamento delle aule di giustizia. «E’ così tutti i giorni», spiega la segretaria provinciale di UGL Impresa Danila Benini «ed è una situazione che non possiamo tollerare». Dopo l’accorpamento dei tribunali, infatti, «qui sono arrivati 23 ufficiali giudiziari ma la struttura è totalmente inadeguata ad accoglierli». Manca tutto: non ci sono scrivanie a sufficienza, non ci sono gli scaffali per archiviare le pratiche e sopratutto mancano gli uffici per ricevere le persone. «Siamo in questa condizione di promiscuità -continua Benini- in cui siamo costretti a ricevere persone non solo nella stessa stanza ma addirittura sullo stesso tavolo». 
Per capire l’entità del problema basta guardare il foglio scritto a penna e appeso sulla porta dell’ufficio del dirigente dell’Ufficio, Ennio Conte (foto a sinistra). La stanza che un tempo era dedicata solo a lui oggi è condivisa da altri 14 colleghi che si spartiscono i 3 tavoli che sono all’interno dell’ufficio. Gli altri sono ospitati in un altro stanzone «che in realtà è una vecchia sala per le udienze». Da un lato del locale ci sono le postazioni di front office mentre dietro ad una fila di armadi ci sono alcune scrivanie per gli ufficiali. Intorno è un pullulare di pratiche, fascicoli, faldoni. «Su quella sedia ci sono le pratiche arrivate da Rho mentre in quel sacchetto quelle di Legnano», spiegano gli addetti all’ufficio che riescono straordinariamente a trovare un ordine in quel caos. Ed è proprio così che vengono accumulate molte pratiche in arrivo: nei sacchetti dei supermercati (foto in basso).
«E’ evidente che in queste condizioni non possiamo più andare avanti», continua la delegata sindacale dopo questo impietoso tour. Durante la fase di contrattazione con il Presidente del Tribunale «ci è stato detto che stanno pensando di fornirci nuovi locali, soppalcando un’altra aula di udienze, ma non saranno pronti prima di moltimesi». Il personale, in quella fase, aveva anche provato a proporre soluzioni alternative ma sono state tutte cassate.
A fronte di questa situazione «e con un personale che dovrebbeessere di almeno il doppio» il sindacato promette battaglia: il primo passo sarà interpellando i responsabili della sicurezza. In queste condizioni, infatti, oltre a non essere garantite le normative di sicurezza «sono a rischio anche i documenti che accogliamo». Basta una minima distrazione da parte di qualcuno tra gli impiegati «che è un attimo a far sparire qualche documento». E infatti già qualcosa non si trova. Forse proprio la pratica del signore incontrato all’inizio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Ottobre 2013
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