Area delle Nord, il Comune dirà la sua entro il 2014

Per la fine di quest'anno, annuncia l'assessore Giampiero Reguzzoni, saranno definite le opere di interesse pubblico che i privati dovranno inserire in un eventuale piano edilizio. Niente bolle per Expo

La denuncia sul degrado della grande area vicina alla stazione delle Ferrovie Nord riaccende il dibattito su cosa fare di quel pezzo di Busto Arsizio che da troppi anni è un biglietto da visita pessimo per una città che ha sempre cercato di ambire ad essere un polo attrattivo. Le immagini che abbiamo pubblicato ieri parlano chiaro e raccontano che quella che il sindaco Farioli ha sempre definito "la porta della città" sia per Malpensa che per Expo, in realtà non è altro che un ricettacolo di sterpaglie e rifiuti abbandonati dai soliti incivili. 

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L’assessore all’urbanistica Giampiero Reguzzoni ne è consapevole e ammette che il progetto delle bolle per Expo, presentato durante l’Officina delle Idee dall’architetto Gianni Leoncini (LEGGI L’ARTICOLO), è rimasto solo sulla carta perchè la maggior parte dei terreni sui quali si sarebbe dovuto realizzare le strutture sono sotto curatela fallimentare: «Il grande ostacolo è stato proprio questo – spiega l’assessore – quell’area è di proprietà di privati e noi possiamo intervenire in un solo modo, presentare entro fine anno un progetto delle opere di interesse pubblico che dovranno essere inserite nell’eventuale piano dei privati». Gli uffici comunali sono all’opera su questo aspetto, molto importante, che definirà quali saranno i punti cardine attorno ai quali dovrà svilupparsi qualsiasi iniziativa immobiliare privata.

L’area è di grande interesse strategico sia per il pubblico che per il privato ma, complice la crisi che ha colpito il settore dell’edilizia, anche i tentativi portati avanti negli anni scorsi non hanno smosso di un centimetro la situazione. Sono passati, ormai, 9 anni dall’avveniristico studio effettuato dall’archistar elvetica Mario Botta (LEGGI L’ARTICOLO), cinque ne sono passati dal progetto firmato dall’architetto Leoncini per il fondo immobiliare Scrovegni e Tecnocovering (LEGGI QUI) che prevedeva una piscina per sub profonda 40 metri, un multisala e altre strutture. Per ora, dunque, l’area resterà quello che è: un ammasso di detriti che divide il centro dal quartiere Sant’Edoardo ma anche un potenziale di sviluppo importante per una città che, in passato, ha sbagliato alcune scelte urbanistiche e che non vuole sprecare una delle ultime chance di rilancio rimastele.

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Pubblicato il 16 Luglio 2014
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