“Guadagno 750 euro al mese e li rivogliono pure indietro!”

Assemblea dei dipendenti comunali che tra rabbia e preoccupazione aspettano il parere della Corte dei Conti circa i loro stipendi

Rabbia e preoccupazione: questi i sentimenti tutora prevalenti fra i dipendenti del Comune di Busto Arsizio, riuniti stamattina in assemblea presso la sala conferenze del Museo del Tessile. Sul palco, assieme ai rappresentanti sindacali della RSU, il segretario e direttore comunale Giacomo Rossi, impegnato a cercare di rassicurare i dipendenti circa l’esito della vicenda Corte dei Conti. Come noto, sotto la lente della Corte erano finiti tutta una serie di atti adottati fra il 2000 e il 2006 relativi ad emolumenti: dai famosi super-stipendi ad alcuni dirigenti – già in parte restituiti all’erario – a ciò che interessa i dipendenti, cioè le progressioni verticali ("scatti") attribuite senza concorso a circa 140 dipendenti, e più in generale l’entità del fondo per i dipendenti nel periodo "incriminato". Tutte cose accadute grazie ad una sorta di anarchia, alla mancanza cioè, ricorda Rossi, di un regolamento di contabilità (doveva esserci dal 1997, è stato approvato dieci anni dopo) e di un nucleo di valutazione dei dirigenti (istituito solo nel 2005).
Le promozioni irregolari potranno essere sanate attraverso corsi-concorsi appositi – per legittimare posizioni già ricoperte di fatto – che lasciano una certa preoccupazione ai dipendenti, come espresso in un intervento: «Lavoro in Comune da quasi trent’anni, di certo non ho la capacità di applicarmi allo studio che pùò avere un neolaureato. Si terrà conto dell’anzianità di servizio, o solo dei titoli?»

Per tacere della paura di dover restituire cifre consistenti percepite nel tempo indebitamente, ma non certo per colpa personale. Circa due milioni e mezzo di euro sono la cifra che il Comune non potrà non richiedere indietro, per oltre metà a carico dei soli dirigenti, il resto a carico – ma non è detta l’ultima parola – dei dipendenti. Rossi, oltre a lodare il «coraggio» dell’amministrazione nell’ammettere gli errori compiuti in passato – ma la gente era in buona parte la stessa – agendo nel senso dell’autotutela dell’ente, si è premurato di aggiungere che «il lavoratore subordinato deve essere lasciato esente da conseguenze. I soldi pur illegittimamente percepiti risultano consolidati come beni della vita, le responsabilità sono in carico a chi li ha dati».

«La buona fede da sola purtroppo non basta più» ricorda Rossi, ed è qui il problema, nel 2003 una sentenza del Consiglio di Stato configurava l’indebito arricchimento e le relative restituzioni di denaro, escludendo la mera buona fede quale giustificazione. La questione è complicata, sulle eventuali restituzioni a settembre-ottobre dovrà pronunciarsi il giudice del lavoro cui Rossi inoltrerà (oltre che alla Corte dei Conti) un faldone in cui ha incluso il citato principio dei beni consolidati e le lettere in cui alcuni dipendenti avevano segnalato la possibile irregolarità della nuova situazione. Creata, questa, senza che si arrivasse ad un formale contratto: i sindacati non dovrebbero dunque averne conseguenze. Commenta Fausto Sartorato per SdL-Intercategoriale: «Qualche malumore c’è perchè risposte dirette a domande dirette non ne abbiamo avute. Comunque le RSU hanno contattato un legale che curerà l’interesse dei dipendenti comunali. Per noi sindacalisti le cose erano state fatte secondo le regole».

Un dipendente in servizio presso il cimitero cittadino, si sfogava con veemenza: «Prendo 750 euro al mese, per vivere dicono che ne servono 2000-2500. E mi vengono a dire che dovrei rendere dei soldi, mentre c’è chi ogni presenza e voto in Parlamento e consigli vari si prende 250 euro…» Unico consigliere comunale presente era Mario Cislaghi, del gruppo misto (minoranza) che ai giornalisti ha ribadito: «L’obiettivo era ed è salvare il salvabile. Qui c’è un Comune che lavora sotto organico e con un sacco di dipendenti che rischiano di dover rendere dei soldi. Non servono polemiche, si deve lavorare per risolvere il problema».

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Pubblicato il 12 Giugno 2008
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