Artigiano denuncia i suoi estorsori. Tre arresti
Tutti pluripregiudicati, due erano già in cella per un reato analogo. Dovevano 64.000 euro a un artigiano, ne hanno pagati solo 47.000 e dopo averlo picchiato. L'appello: "Denunciate questi fatti"
Non avevano perso il vizio dell’estorsione, con tanto di minacce e violenze, riuscendo a farsi "ridurre" a suon di botte un debito che un artigiano del Biellese aveva con loro. Grazie alla denuncia della vittima sono stati identificati, inchiodati alle loro responsabilità e arrestati, come esposto stamane in conferenza stampa dal Procuratore di Busto Arsizio Francesco Dettori, dal comandante della compagnia dei Carabinieri Gianluigi Cirtoli e dal sostituto procuratore Valentina Margio.
Nel tardo pomeriggio di martedì i Carabinieri della compagnia di Busto Arsizio hanno eseguito le tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti pluripregiudicati residenti tra Busto Arsizio e Samarate. Due di questi si trovavano in carcere già da alcuni mesi, per un reato recedente e analogo. Le misure, disposte dal gip Chiara Venturi, sono state emesse a carico dei fratelli Fabio (foto in alto) e Dario (foto sotto) Nicastro, 36 e 34 anni, gelesi d’origine, e di Rosario Bonvissuto (foto in basso), 34 anni. Il primo aveva precedenti per reati di droga e contro la persona, rapina, furto, resistenza a pubblico ufficiale, ed era finito sotto processo nella vicenda "Tagli Pregiati" da cui era però uscito assolto. Dario aveva precedenti per estorsione, rapina, furto, reati contro la persona e sulle armi; il Bonvissuto per estorsione, rapina, armi, reati contro la persona.
I fatti: nell’estate del 2007 i tre arrestati, tramite l’impresa edile di Dario Nicastro, avevano commissionato all’artigiano biellese lavori per un importo di 64.000 euro da compiersi in un cantiere a Cardano al Campo. Quando si è trattato di pagare, il terzetto dapprima ha cercato di convincere l’artigiano ad accontentarsi di 25.000 euro, poi di fronte all’insistenza di questi per avere quanto gli spettava, sono passati a minacce e presisoni via via più pesanti. In novembre un incontro "risolutivo", alla presenza anche di un altro creditore dei re, si è risolto con il violento pestaggio della vittima, che ha riportato lesioni non gravi alla testa. A suon di botte l’artigiano fu costretto ad accontentarsi di soli 47.000 euro in 4 assegni, per giunta postdatati secondo quanto riferiva il Procuratore Dettori. Dopo l’iniziale smarrimento, l’uomo ha poi denunciato l’accaduto ai Carabinieri di Biella e l’indagine si è avviata, subito trasferita ai colleghi di Busto e al sostituto procuratore Margio.
All’appuntamento con le manette mancava in realtà il solo Fabio Nicastro, prontamente rintracciato e portato al carcere di Monza. Suo fratello Dario e il Bonvissuto erano già in carcere: la scorsa primavera erano stati arrestati a Busto Arsizio in flagranza di reato, questa volta dai Carabinieri della compagnia di Legnano, mentre tentavano di estorcere circa 100.000 euro a un imprenditore. Per quella vicenda i due sono già stati condannati con rito abbreviato a pene detentive, per loro l’ultima misura si è ridotta a una formale notifica in cella.
«Abbiamo convocato una conferenza stampa per rendere nota la cosa», in modo che eventuali altri danneggiati dai comportamenti del trio possano denunciare: così il Procuratore. Un modo dunque per dare rilievo sociale e pubblico ad un reato che, insiste il magistrato, non è affatto di poco conto. «Denunciare è l’unico modo per uscirne» è l’appello anche del capitano Cirtoli. «Cedere una volta vuol dire cedere per sempre. Esiste una struttura competente contro il racket e le estorsioni, in ogni Prefettura c’è un funzionario specializzato: denunciate gli estorsori».
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