Farioli incontra in carcere l’uomo che gli incendiò l’auto

Detenuto da due mesi, diede fuoco al veicolo davanti al suo bar, in preda a un raptus. Con il primo cittadino una delegazione di assessori e consiglieri comunali e provinciali

È Natale, sono tutti più buoni. Anche i sindaci: specialmente quello di Busto Arsizio, Gigi Farioli, che questa mattina ha incontrato in carcere Ignazio D’Albano, l’uomo arrestato due mesi fa per aver dato fuoco all’automobile del primo cittadino durante un raptus (qui il video dell’intervento dei pompieri), e da allora in cella in attesa di giudizio. L’occasione per l’insolito "faccia a faccia" tra l’accusato e la vittima del reato è stata la visita natalizia al carcere di via per Cassano da parte delle autorità locali per gli auguri alla direzione della casa circondariale, agli agenti di custodia e ai detenuti.

Il sindaco Farioli, accompagnato dal vicecomandante delgli agenti di polizia penitenziaria, Antonio Coviello, ha avuto modo di visitare il reparto in cui si trovano i tossicodipendenti, nel quale è detenuto il D’Albano – l’incontro ha avuto luogo alla presenza di don Alberto Lolli. «Ho ritenuto opportuno salutare D’Albano» spiega Farioli a Varesenews. «L’ho trovato un po’ imbarazzato, comunque del fatto in sè non abbiamo parlato, non si potrebbe nemmeno». Il D’Albano, pluripregiudicato per vari reati e che dovrebbe andare a giudizio in marzo, fu incastrato da una telecamera di sicurezza e definì egli stesso "una pazzia" il proprio gesto, fatto in un momento di frustrazione, stretto dai debiti fatti per aprire un bar a Sacconago. L’uomo ha alle spalle un passato difficile dai cui fantasmi da ancora cercando di liberarsi: «Mi ha detto che sta facendo del suo meglio per uscirne, ho anche scoperto parlandoci che ha una figlia già grande» – era diventato padre giovanissimo. 

Oltre a Farioli, alla visita in carcere hanno preso parte gli assessori Alberto Armiraglio e Ivo Azzimonti, il consigliere provinciale bustocco Emanuele Antonelli, i consiglieri comunali di maggioranza Diego Cornacchia, Alberto Riva, Giovanni Pellegatta, Francesco Lattuada, per la minoranza Antonio Corrado, Erica D’Adda, Enrica Pecchini e Mario Cislaghi. Insomma una delegazione nutrita e ovviamente bipartisan per un rito annuale che omaggia la tradizione cristiana, anzi evangelica, della visita ai carcerati.

La delegazione comunale ha visitato i laboratori, il reparto socialità, le cucine, il nuovissimo reparto dedicato ai disabili, realtà quasi unica in Italia, la biblioteca, la cappella. Una sosta significativa e anzi doverosa davanti al presepe che ogni Natale si rinnova. Quest’anno davanti alla Natività è stato posizionato anche un tappeto per i detenuti di religione islamica: "un modo per ricordare i valori assoluti, trascendenti, universali che il presepe porta con sé. Da notare anche che le figure del presepe più importanti sono venerate anche dall’Islam, Gesù  come uno dei profeti più amati (con il nome di Isa ibn Maryam ndr), Maria (Maryam) come figura femminile più importante del Corano a cui sono intitolati numerosi luoghi di culto" ha notato il primo cittadino.

Gli ospiti hanno ricevuto in dono un addobbo natalizio che questa sera il sindaco porterà in consiglio comunale e alcuni vasetti del miele prodotto in carcere.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Dicembre 2008
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