Agesp Servizi, Porfidio: “C’è conflitto d’interessi”

Pronta la replica: "La società è solo un braccio operativo del Comune: ogni decisione passerà per il consiglio comunale"

Agesp Servizi continua a tenere banco nella polemica dall’opposizione. Questa volta è Audio Porfidio a partire lancia in resta contro il conflitto di interessi implicito, sostiene, nel fatto che sia il presidente che l’amministratore delegato della nuova società sono attivi nel settore immobiliare. E trattandosi della società che dovrà gestire, tra le varie attività, il patrimonio comunale in immobili, «è come se a me affidassero la gestione delle polizze assicurative del Comune» commenta tranchant il consigliere-assicuratore. «Non ho nulla contro le persone di Bellani e Reguzzoni, è il metodo che non va» spiega, prendendosela con i partiti: «le nomine in queste società dovrebbero essere super partes».

Sergio Bellani, il neopresidente in quota Forza Italia, prende con filosofia la polemica. «Non vedo motivi per parlare di conflitti d’interesse, è una parola grossa» dice, «si tenga conto che noi saremo solo un braccio operativo dell’amministrazione. Quanto alla mia professionalità nel settore, si potrebbe facilmente ribattere che sia una risorsa in più. Non solo sarà il consiglio comunale a vagliare tutto, ma a monte abbiamo anche una certa etica, da amministratori. Poi, intendiamoci, che Porfidio sollevi la questione ci sta». Come a riconoscere al consigliere di minoranza la facoltà di "pungere" nella sua funzione di controllo.

Una "difesa d’ufficio" dei nuovi vertici giunge anche da parte dell’assessore al Patrimonio, avvocato Mario Crespi, compagno di partito di Bellani. Sarà lui, insieme al collega dei lavori pubblici Franco Girola, a dover cedere nelle prossime settimane delle competenze alla società nata dalla trasformazione di Agesp Holding: per la precisione, rispettivamente quelle su gestione e manutenzione del patrimonio immobiliare comunale.
Agesp Servizi, ribadisce Crespi avrà un’autonomia nella sostanza gestionale ma non decisionale. Nel senso che ogni scelta in materia di alienazioni di immobili dovrà passare in commissione e in consiglio comunale: così prevede la forma del controllo analogo cui sarà assoggettata la Servizi. Di conseguenza la pubblicità e trasparenza di ogni mossa dovrebbero essere garantiti. «E poi» commenta Crespi «si è mai impedito ad esempio agli architetti di diventare assessori ai lavori pubblici?» No, ma resta argomento delicato quello del conflitto d’interesse, convitato di pietra per eccellenza della politica italiana. Una questione di opportunità cui l’unica risposta appare quella del "blind trust". Sistema che in assenza di obblighi formali ha trovato fin qui rarissima applicazione, ma che nel caso specifico della Servizi, dati scala e limiti della gestione, suona eccessivo. E anche la richiesta di amministratori non partitici lanciata da Porfidio pare una chimera in un sistema sociale come quello italiano, in cui la prima domanda che viene posta a chiunque non è "chi sei e cosa sai fare" ma "chi conosci, di quale gruppo fai parte".

Archiviate le mordaci polemiche di Corrado e Porfidio, va ricordato che su Agesp Servizi, sulla necessità della sua creazione, come in generale sulla girandola di fusioni e creazioni societarie degli ultimi anni entro il gruppo Agesp, si sono appuntati vari dubbi: e ancora nell’ultima seduta di consiglio comunale ripetute erano state le richieste di chiarimenti dall’opposizione. Era stato il vicesindaco Giampiero Reguzzoni a spiegare l’arcano della Servizi in termini "comprensibili al volgo": si trattava in pratica di proteggere alcuni settori comunali dall’esposizione al mercato conseguente alle lberalizzazioni. «Dobbiamo mantenere un patrimonio che fin qui ha funzionato» aveva detto Reguzzoni. E non era sfuggito al sindaco Farioli, «liberale da sempre», il paradosso di dover ricorrere a una manovra sottilmente statalista, anzi, ci si passi l’ironia,… "Comunista" (nel senso del Comune ndr).

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Pubblicato il 29 Dicembre 2008
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