Piazzale Kennedy, lavori seppelliti da neve e lamentele

I tempi già erano lunghi, ma ci si mette anche, prevedibilmente, il maltempo invernale. I pedoni fanno slalom, i commercianti sospirano: gli affari in calo, le tasse no

Su piazzale Kennedy è sceso l’inverno dei lavori e, manco a dirlo, delle lamentele. Una coltre di neve dapprima soffice, poi semisciolta e ricongelata dai rigori notturni in una specie di ferreo permafrost, che però al tiepido sole di oggi tende ora al pantano, o al lastrone. Già, perchè l’intera zona è off-limits per le auto dal 5 novembre scorso, quando sono iniziati i lavori per il rifacimento dello snodo, che dovrà includere due ampie rotonde (si veda l’immagine del progetto), di fatto una struttura a fagiolo. Ma i lavori, data anche la stagione, non sono affatto capitati "a fagiolo": e non mancano, con gli inevitabili disagi, le lagnanze, in testa quelle dei commercianti. Prima di metà marzo sarà difficile vedere la fine dell’opera, indispensabile per uno snodo chiave, fin qui penalizzato da un semaforo che causava lunghissime code sul viale Gabardi, e che deve smaltire anche parte del traffico pesante diretto in zona industriale a Sacconago.

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Ben sei le fasi distinte in cui si articolava la tempistica dell’opera, che in estate si sperava di far partire a fine agosto, in un periodo ancora relativamente clemente. Poi, complici i tempi della burocrazia di fronte ai quali allargava le braccia lo stesso assessore ai lavori pubblici Franco Girola, si è cominciato a lavorare in novembre: e subito è stata pioggia battente. Non è esattamente la stagione ideale per lavori stradali. Poi a dicembre si è aggiunta la neve. Il colpo di grazia, se così si può dire, l’hanno dato le vacanze di Natale: il 23 dicembre i lavori si sono sospesi, e a detta di chi lavora negli esercizi posti intorno al cantiere, non si è più visto nessuno all’opera. Muoversi nella zona è un azzardo: due lunghi tratti della carreggiata ovest di viale Boccaccio sono chiusi al traffico usuale, trasformati in cul-de-sac o parcheggi libri ma ben poco frequentati: l’altra ha dovuto essere riorganizzata a doppia circolazione. Parte della circolazione è deviata su via Guinizelli-via Lapo Gianni. Sul piazzale, materiali e parti di lavoro incompiute dormono sotto la neve caduta abbondante all’Epifania. Per i pedoni poco spazio, marciapiedi ancora ingombri di neve, ghiaccio, passaggi stretti e difficili, uno slalom per raggiungere il parchetto all’incrocio con via Bernardino da Busto. Lastroni in agguato nell’ombra.

Intorno, le lamentele degli esercenti. Da IperPizza, sul lato ovest chiuso alla circolazione e subito a monte dello svincolo, sospirano Enrico e Nadia, gli affari dimezzati – lamentano – da quando sono iniziati i lavori. E sfortunatamente i tempi sono lunghi: fino a marzo, a quanto è dato loro di sapere. «La sera chiudiamo molto prima adesso» racconta Enrico, «c’è stato un calo di lavoro bestiale, soprattutto dal mezzogiorno in avanti». Il profumo che arriva dal forno dà sempre l’acquolina, ma gli introiti languono. In compenso, le tasse incombono. «Siamo su una strada di passaggio, e in base a questo paghiamo le tasse, fate voi. Non siamo gli unici in questa situazione, c’è anche il benzinaio, un negozio d’abbigliamento, il bar dall’altro lato, oltre il piazzale, in parte magari anche il parrucchiere qui vicino ne risentirà».

Fatti quattro passi, stando ben attenti a non volare sui lastroni "regalo" delle ultime gelate, al distributore Agip che dà su piazzale Kennedy ci accoglie Fabrizio, le mani tristemente in tasca perchè al momento non c’è nessuno da servire. «È da prima di Natale che non si lavora al cantiere» spiega, «avevano le ferie dal 23 dicembre al 12 gennaio, mi hanno detto alcuni al lavoro sul cantiere. Quindi è da prima di Natale che non si muove nulla. Anche oggi però non si vede ancora nessuno. In ogni caso alla fine erano lì a lavorare in tre per volta» osserva. «Dico, fossero lavori su strade secondarie, ma è viale Boccaccio…». Con le deviazioni, i camion che non passano più, gli affari, di norma buoni, sono calati. E anche qui la prospettiva delle tasse preoccupa. «Per gli studi di settore abbiamo scritto una lettera al sindaco, per testimoniare le nostre difficoltà, mica che poi vedendo dichiarazioni non corrispondenti a quelle dell’anno prima, qualcuno viene a farci controlli fiscali» spiega Fabrizio. Una lettera a futura memoria, diciamo. In attesa che i lavori pubblici facciano il loro corso, slalomando tra le piogge "monsoniche" e le nevi "polari" di un normale autunno-inverno bustocco. E "ricuciano" il rione di Santa Croce, oggi spaccato in due come una mela.

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Pubblicato il 12 Gennaio 2009
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