“Allora, questa Fondazione Blini”?

Due interrogazioni targate PD sull'ente, tuttora "fantasma" in attesa della sede: le firma Erica D'Adda. Due mesi fa la promessa del sindaco: "Convocherò presto il CdA"

La Fondazione Blini nuovamente al centro dell’attenzione con due interrogazioni targate PD a firma del segretario cittadino Erica D’Adda. La prima, dal testo assai breve, pone seccamente due questioni basilari. Poichè, scrive D’Adda, sono stati sollevati in consiglio comunale dubbi (dal consigliere di Forza Italia Diego Cornacchia) sull’effettiva esistenza legale della fondazione, e il sindaco, pur confermandola enfaticamente, aveva parlato di "alcune formalità da sistemare", l’organismo al momento risulta legalmente costituito e in grado di attivarsi per gli scopi istituzionali? E se sì, come già prevede implicitamente la seconda interrogazione, premesso che gli organismi dirigenti della fondazione possono riunirsi "senza vincoli connessi alla sede legale" (quella prevista in piazza Trento e Trieste è attualmente ancora occupata dalla succursale del liceo artistico Candiani), il sindaco Farioli, quale presidente titolare della Fondazione non ritiene di doverne convocare il CdA per dare avvio al "naturale iter lavorativo?"

Come si vede, due interrogazioni-lampo – tra l’altro nella forma del question time o periodo delle interrogazioni, cioè domanda-risposta senza discussione – il cui scopo è costringere la Giunta a dire qualcosa (anche di destra, purchè lo si dica!) circa la "Fondazione fantasma" su cui tante diatribe vi sono già state, a partire dal nome. Un ente dedicato alla memoria di Giovanni Blini, sfortunato protagonista del rilancio dell’associazionismo giovanile in città sullo scorcio degli anni Ottanta. Blini fu tra i fondatori di Comunità Giovanile, associazione a lungo molto attiva e gradita politicamente alla maggioranza, e morì a soli 24 anni, indimenticato dagli amici, su tutti quel Marco Reguzzoni che oggi siede alla Camera a Roma, ma da presidente della Provincia di Varese letteralmente impose d’autorità la forma societaria della Fondazione, la sua intitolazione, gli organismi dirigenti. Le baruffe consiliari non si erano comunque fermate al nome, con le tacite perplessità di alcuni in maggioranza, sul modo dell nomine più che sull’iniziativa, e le ripicche avvelenate nell’opposizione tra quanto avevano scelto di entrare nell’ente destinato a fare da sponda al "protagonismo giovanile" in ambito culturalee i pochi (Rifondazione) che hanno voluto, "duri e puri", tenersene fuori.

Fatto sta, baruffe a parte, che il sindaco il 3 novembre scorso aveva promesso la sollecita convocazione del CdA per tagliare la testa al toro. Ma fin qui in due mesi nulla si è mosso e nel PD ci si è evidentemente spazientiti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Gennaio 2009
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