Crisi, Porfidio: “Emergenza epocale, si crei un fondo di solidarietà”

Il consigliere de "La Voce della Città" rilancia la sua proposta: taglio di un terzo degli stipendi di assessori e sindaco e niente gettoni di presenza per un anno. "La commissione? Rischia di naufragare nella burocrazia"

Riceviamo e pubblichiamo

La grave crisi economica che sta colpendo ormai moltissime famiglie della nostra Città sta producendo una insostenibile situazione di disagio sociale davvero preoccupante. Molte realtà locali più previdenti della nostra hanno già messo in cantiere interventi a sostegno delle categorie più deboli in modo da attutire l’impatto negativo della recessione in atto nel nostro Paese, soprattutto per le conseguenze deleterie che si preannunciano nel breve e medio periodo.

L’Amministrazione comunale di Busto non può rimanere indifferente di fronte a questa emergenza epocale che vede le famiglie meno abbienti alle prese con problemi drammatici di sopravvivenza a causa della perdita del lavoro e del potere di acquisto dei salari, già pesantemente ridotto nel recente passato dagli effetti degli aumenti incontrollati dei prezzi (v.introduzione dell’euro) e del costo dei servizi.

Una soluzione “tampone” a questa crisi potrebbe essere rappresentata dalla costituzione di un c.d. “fondo di solidarietà” ad opera del Comune che porterebbe sollievo a quelle famiglie che, effettivamente, non possono arrivare alla fine del mese in attesa che l’economia del Paese si rimetta in moto anche attraverso la spinta di una politica di sostegno dei redditi. Le ipotesi avanzate circa la creazione di tale fondo di solidarietà attraverso la costituzione di una apposita Commissione tecnico-politica con il compito di individuare i beneficiari meno abbienti della Città sembra destinato a naufragare miseramente a causa dei rischi di burocratizzazione e delle inefficienze che potrebbero sorgere dai meccanismi istituzionali. Molto più snella ed incisiva parrebbe, invece, l’iniziativa della Giunta che, avvalendosi dei suoi compiti propri gestionali, potrebbe affidare al Sindaco l’incarico di convocare, per esempio, l’Assessore alla partita, l’Autorità ecclesiastica della Città, l’Organismo di volontariato operante in loco, ecc., in modo da individuare il percorso più virtuoso per raggiungere, con efficacia, le famiglie più bisognose della Città.

Quanto all’entità del “fondo di solidarietà” è necessario che questa abbia la forza di risolvere, almeno in parte, i problemi più impellenti dei cittadini meno abbienti; per questo credo che parrebbe opportuno destinare allo scopo nel costituendo bilancio 2009 almeno 250.000 €, alimentato almeno in parte da una riduzione di 1/3 degli emolumenti spettanti agli assessori, Sindaco compreso, oltre alla rinuncia per un anno di tutti i gettoni di presenza spettanti ai consiglieri comunali e membri di Enti a partecipazione comunale. Vorrei sperare che tale proposta non venga tacciata di demagogia in quanto chi svolge incarichi di natura politica non può trarre vantaggi economici dal momento che essi dovrebbero essere svolti per “spirito di servizio” verso i cittadini; forse ci dimentichiamo che ciascuno di noi svolgeva o svolge una professione dalla quale trae sostentamento per sé e per la propria famiglia!

Questo è un altro discorso che ci porterebbe lontano nell’approfondimento dell’etica politica, per cui resto fiducioso che almeno in questo momento di emergenza si metta mano alla propria coscienza per andare incontro alle esigenze di quei cittadini meno fortunati di noi e che tornano utili soltanto in occasione delle tornate elettorali.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Gennaio 2009
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