Passa la variante, strada spianata per il progetto per l’area delle Nord

Dialogo fra sordi in consiglio comunale. "Cementificazione", "vestitino su misura" per l'opposizione, "opportunità da cogliere" per la maggioranza

Il grande progetto per l’area delle Nord supera uno scoglio decisivo. Il consiglio comunale ha votato venerdì sera, con 14 pareri favorevoli, 9 contrari e un astenuto, la variante alle norme tecniche del piano attuativo relativo all’area del cosiddetto centro direzionale lungo l’asse della ex linea ferroviaria. La misura è propedeutica alla realizzazione del progetto emerso la scorsa estate e portato avanti dalla Tecnocovering srl, società che ha acquisito le aree di suo interesse (circa 43.000 mq sui 99.000 del piano d’area come definito nel 2000-2001); permetterà di dividere la zona ricompresa nel vecchio piano d’area in non più quattro, bensì due sub-ambiti d’intervento. Giovedì il documento in votazione è stato mostrato in Regione alla commissione d’area Malpensa che ha dato il suo assenso. Benchè dopo il passaggio consiliare della variante delle norme del piano attuativo il progetto rimanga di sola competenza della Giunta, sarà comunque sottoposto al consiglio comunale, ha affermato il vicesindaco Giampiero Reguzzoni, responsabile dell’urbanistica. La scelta fatta in consiglio è della massima importanza, per quanto dai banchi della Giunta la si riducesse a passaggio meramente tecnico.

Muro contro muro in aula: uniche parziali eccezioni, Checco Lattuada (AN), piegatosi alla disciplina di schieramento pur persuaso che «"struttura commerciale unitaria" vuol dire una roba tipo il Medusa di Cerro Maggiore», e nei banchi dell’opposizione l’astenuto Mario Cislaghi, sostanzialmente favorevole ad agire. Il PD con Mariani aveva chiesto un rinvio alla prossima seduta della delibera, ma la proposta è stata bocciata dalla maggioranza.

D’Adda (PD) rilevava nell’espressione “plurime medie strutture di vendite” un possibile escamotage per aggirare il divieto di costruire grossi centri commerciali, realizzando invece vari elementi attigui ma che non superino individualmente la soglia fissata dei 2500 mq. Una variante per ragioni tecniche o per «"cucire il vestitino" intorno al progetto?» chiedeva.
Far convivere terziario, residenze, ricettività e un commerciale “d’intrattenimento” (incluso un multisala) appare difficile visto il traffico presunto, anche con i ventilati autosili da 1500 posti. Più in generale è però politica la critica delle opposizioni. «Si ridefinisce tutto sulla base della volontà del privato» denuncia la minoranza; «
il disegno globale viene comunque garantito, cambia l’aspetto architettonico, non i contenuti» ribatte il vicesindaco. Critiche anche per aver messo in un cassetto progetti e studi fra cui quello di Mario Botta, e timori per il commercio del centro storico esposto alla concorrenza del nuovo polo commericiale.

Il sindaco Farioli ha rispolverato la critica delle «pianificazioni dall’alto» Anni Settanta, contrapponendole alla politica dei documenti d’inquadramento, con il Comune a guidare e e indirizzare l’iniziativa privata verso aree bisognose d’intervento – centri storici, ex sedimi ferroviari, cascine, aree dismesse. «Dopo trent’anni d’inerzia sarebbe peccaminoso (sic, ndr) non rispondere in modo veloce a una proposta simile. È necessario contrattare per una città qualificata, capace di sviluppo attrattivo; va colta l’opportunità». Dall’opposizione gli hanno risposto a denti stretti che la pianificazione dall’alto la stanno facendo proprio i privati, e con il Comune nel ruolo di notaio. Lapidario Fontana per Busto dei Quartieri: «Altro che porta di Malpensa, quella che ci aspetta è una città da popcorn e patatine». «I cittadini non sono semplici affittuari»: così Marta Tosi (gruppo misto) citando Sergio Moriggi. Critico con le opposizioni invece il presidente Speroni: «Ma come? Prima ci si lamenta che non si fa niente, poi i progetti non vanno mai bene?» Per la maggioranza Riva (FI) invitava ad interloquire con i privati per poi discutere il progetto nel merito, e Pellegatta (AN) già vagheggiava «posti di lavoro per molte persone».

Tuttora da ultimare il PGT (per il "mal Comune, mezzo gaudio" del vicesindaco Reguzzoni che ricordava come solo 60 Comuni lombardi su 1400 l’abbiano già approvato), «con questi strumenti urbanistici parziali vi prendete una grossa responsabilità» insisteva Mariani. «La variante crea i presupposti per consentire a privati di presentare progetti che vanno a fratturare quella che era un’idea organica di centro direzionale». «La montagna ha partorito il topolino, e se credete di poter poi intervenire in seguito sul progetto, vi sbagliate» dice Pecchini, PD; «un’ulteriore cementificazione» chiosava Corrado per Rifondazione, sentendosi rispondere che cemento «ce n’era prima e ce ne sarà dopo». E ancora l’ex sindaco Rosa: «non era ancora successo che su stimolo di privati si variasse la normativa tecnica per un’area strategica della città». Reguzzoni confesserà un’unica "colpa": «essere stato trasparente», aver presentato cioè in commissione il progetto di cui sulla stampa si parlava già in agosto.

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Pubblicato il 31 Gennaio 2009
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