Tangenti, arrestati due funzionari delle dogane
Sono accusati di tentata concussione, avevano fatto un controllo fiscale ad un azienda e in cambio dell'abolizione di presunte sanzioni a venire volevano 5mila euro
In accordo con gli inquirenti, la trattativa è stata portata avanti guadagnando qualche giorno di tempo. Essendosi messo Aprile in malattia, il Sanicola ha gestito il resto della vicenda. Con intercettazioni telefoniche, e infine filmando lo scambio del denaro avvenuto lo scorso giovedì 5 marzo, cui è seguito l’arresto del Sanicola, si sono accertati i contorni della singola vicenda. La Procura sta ora approfondendo l’indagine per capire se si tratti di caso isolato o vi fosse un vero e proprio modus operandi stabilito in tal senso. Infatti il Sanicola aveva proposto al commercialista una sorta di "consulenza", estesa anche ad altre aziende, per evitare ulteriori fastidi in futuro (da qui anche un’ulteriore ipotesi di reato per istigazione a delinquere). A quanto riferito in conferenza stampa dagli inquirenti, potrebbe non trattarsi dell’unico episodio di questo tipo: la documentazione raccolta è al vaglio della Guardia di Finanza, e Sanicola ha ammesso di fronte al gip di aver svolto "consulenze" per aziende. I due arrestati lavoravano presso la dogana bustese dal 2001.
Non sono mancati aneddoti curiosi a corollario di questa vicenda. In casa del Sanicola i carabinieri hanno trovato una trentina di ritagli di quotidiani recanti notizie di operazioni delle forze dell’ordine che riguardavano illeciti e irregolarità in ambito doganale. Aprile, invece, raggiunto nella sua abitazione legnanese dai militari che suonando si erano fatti passare per medici Asl, avrebbe commentato: «In tre per una visita fiscale!».
«Le vicende di oltre un decennio fa (Tangentopoli ndr) non hanno lasciato tracce serie, concussione e corruzione sono fenomeni che continuano a interessare le pubbliche amministrazioni, e si tratta di reati assai gravi» è l’amara constatazione del Procuratore Francesco Dettori. «Importante l’immediata collaborazione dei concussi. Invito pertanto gli imprenditori e i contribuenti a denunciare ogni tentativo, solo in questo modo è possibile reprimere un malcostume diffuso».
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