Pro Patria nelle mani del giudice

Venerdì il collegio deciderà sull''istanza presentata dai creditori. Pm e avvocato insistono per il fallimento, mentre il legale di Zoppo propone un concordato. Tempi stretti per il subentro della "cordata": le finanze vanno risanate entro il 30 aprile a scanso di pesanti penalizzazioni

Per la Pro Patria il fallimento è al momento ancora evitato. A mettere un punto fermo in merito avrebbe dovuto essere oggi, mercoledì 1° aprile, il giudice della sezione fallimentare del tribunale di Busto Arsizio, Francesca Savignano, che tuttavia sentite le parti si è riservata la decisione. Sarà dunque probabilmente venerdì, in sede di udienza collegiale, che si deciderà se accettare la proposta di concordato preventivo del legale di Giuseppe Zoppo, presidente dimissionario della Pro Patria e tuttora azionista di maggioranza, o dichiarare il fallimento della società. Di fronte al giudice oggi il presidente uscente, forse sconsigliato dal piccolo "comitato d’accoglienza" di tifosi con tanto di striscione "Zoppo vattene", non si è presentato. A rappresentarlo l’avvocato Francesco Vitale, che proponeva ai sette creditori che avevano presentato istanze di fallimento (fornitori da tempo non pagati, inclusi ristoratori che stanno facendo mangiare gratis i ragazzi di Franco Lerda) un accordo per un concordato preventivo. «Sono in arrivo 500.000 euro tramite la Lega calcio, più altri 126.000 euro per il settore giovanile» ha detto l’avvocato. Insomma, promesse atte a "tamponare" l’insolvenza, complessivamente da circa 180.000 euro nei confronti dei creditori. Oltre al "buco" delle finanze societarie che supererebbe i due milioni. La tattica dilatoria di Zoppo, deciso a non mollare senza aver esperito ogni possibilità per vendere la squadra e cavare un minimo di utile in uscita da questa vicenda, gli ha insomma guadagnato un altro paio di giorni, ma l’esito appare difficilmente alterabile. Sia il legale dei creditori, Stefano Battiston, che il pm Massimo Baraldo della procura bustese, che qualche giorno fa ha a sua volta presentato istanza di fallimento della società, hanno insistito e insistono perchè si arrivi al fallimento.

Tribunale molto animato questa mattina per la presenza numerosa della stampa, interessata alla vicenda paradossale di una squadra che primeggia in classifica ma è sull’orlo di un autentico salto nel buio; non mancavano anche soci della pro Patria come l’ex direttore generale (esautorato da Zoppo) Francesco Lamazza e il citato gruppetto di tifosi, discretamente vigilato dalle forze dell’ordine. L’esito dell’udienza fallimentare odierna è stato accolto in modo contrastante, con la soddisfazione di alcuni temperata dalla consapevolezza che i tempi sono molto, molto stretti. Sarà il mese più lungo per la Pro Patria: entro il 30 aprile deve essere sanata la posizione contributiva di fronte alla Covisoc, pena il rischio molto concreto di penalizzazione e retrocessione. La "cordata" che dovrebbe subentrare alla gestione Zoppo pare cosa fatta, ma non muoverà un dito prima del fallimento, pertanto atteso, paradossalmente, come una liberazione dai tifosi. Il fallimento infatti non cancellerebbe il titolo sportivo: una volta trovata una nuova proprietà pronta a ripianare i debiti e rifondare, sarebbero di nuovo i risultati del campo a parlare. E lunedì sera a Cesena sarà big match per la testa della classifica. "Facciamo entrare solo quelli della cordata…" propone qualche tifoso. Il clima è già caldo.

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Pubblicato il 01 Aprile 2009
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