Nuova rivista giuridica “made in Busto”, nasce Themis
Il quadrimestrale unirà diversi mondi della giustizia e della società civile. Spazio all'attualità della giustiia ma anche all'arte e alla voce dei bustocchi
Una nuova rivista giuridica, diretta dall’avvocato bustocco Roberto Porrello, fa il suo ingresso sulla scena con firme del mondo della giustizia, del giornalismo e della società civile."Themis" è il suo nome e verrà distribuita via posta gratuitamente. L’intento dell’avvocato Porrello, che mostra orgogliosamente il tesserino di pubblicista dopo dieci anni di direzione della rivista degli avvocati Exart, è quello di creare un punto di scambio tra il mondo civile e quello dei tribunali per avvicinare la macchina della giustizia al cittadino parlando di argomenti di attualità senza troppi tecnicismi: «L’intento è quello di dare una visione del variegato mondo della giustizia che non sia stantio e difficile da comprendere – spiega Porrello – la giustizia riguarda tutti».
In effetti nel primo numero spicca la voce di un cittadino di Busto, Luigi Colombo, nella rubrica dedicata ai cittadini. Ma molte sono le firme di questo primo numero (la rivista è quadrimestrale) a partire dal presidente della sezione penale Adet Toni Novik, dal procuratore generale della Repubblica di Busto Arsizio Francesco Dettori, il presidente del tribunale Antonino Mazzeo, avvocati come Cesare Cicorella, Walter Picco Bellazzi, Paolo Della Vedova, magistrati come Giuseppe battarino e firme del mondo del giornalismo come Marilena Lualdi. «E’ molta la carne al fuoco di questo primo numero – ha sottolinea l’avvocato Porrello – mi sono arrivati moltissimi contributi ai quali ho dovuto porre un freno già dopo il primo appello».
La rivista, infine, non parla solo di giustizia ma molti sono i temi affrontati: «In particolare è presente in questo numero un articolo di Giuseppe Paciarotti che parla dei 100 anni del futurismo e di un indedito Tommaso Marinetti dottore in legge». La rivista è pubblicata da Era editrice di Castelseprio, società scelta anche dall’Accademia della crusca di Firenze per ristampare il primo vocabolario d’italiano della storia, risalente al 1612.
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