Pro Patria, Farioli in trepidazione: «Cordata dove sei?»

Il sindaco prosegue nei suoi incontri con gli imprenditori interessati a rifondare la società ma comincia ad essere preoccupato per il dilungarsi dei tempi

Per la Pro Patria passano i giorni di questo aprile che sembra sempre più corto, e la cordata ancora non esce allo scoperto. Gli "arrampicatori" sono timidi e rifuggono le luci della ribalta, o così sembra per il momento. Chi comincia a preoccuparsi è il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli, che si è esposto… da un precipizio, per restare fedeli alle metafore da montagna, e teme di perdere l’appiglio.

«Novità vere e proprie ancora non ci sono, ho sollecitato le persone che avevano dato la loro parola» dice, «un incontro che avrei dovuto avere questo pomeriggio è stato rinviato di ventiquatt’ore. Intanto mi sono sentito con il curatore fallimentare Regalia, e con la famiglia Vender: la nuova società non è ancora cosa fatta». Non ha aiutato, in tal senso, il lancio anticipato di alcuni nomi degli interessati nei giorni scorsi: «in effetti c’è stato chi si è arrabbiato e ha mandato a dire che si tirava fuori dalla vicenda ma, parliamoci chiaro, sarebbe una boutade fare un passo indietro con questa scusa. Io quando misi la mia firma sulla proposta di vendita mesi fa, lo feci davanti ai Vender e a queste altre persone».
Insomma, si stia ai patti e si rispetti la parola data. «La mia preoccupazione a questo punto è l’arrivo di avvoltoi o sciacalli» e in tempi di dissesto finanziario in via Ca’ Bianca, non è un timore da prendere sottogamba. «Dopo il passaggio del fallimento in tribunale mi sentivo tranquillo e sicuro che il più fosse fatto» sospira il sindaco-tifoso. «Fin qui mi sono sentito rassicurato da quanto mi dicevano Armiraglio e Lamazza», aggiunge: sono i due "angeli custodi" nominati informalmente della società fallita e a cui Farioli chiede conto della patata bollente. Certo è che se nessuno si facesse avanti nei prossimi giorni anche il curatore fallimentare, che avrebbe trovato in cassa una situazione ancora più seria del previsto, dovrà intrapredere dei passi, se necessario ricorrendo a una procedura per la manifestazione di pubblico interesse. Del resto l’esercizio provvisorio, pur provvidenzialmente concesso, non dura in eterno.

Intanto i tifosi cercano rassicurazioni, ma l’orizzonte al momento non è ancora così chiaro come tutti a Busto vorrebbero. Non resta che sperare in una soluzione favorevole da trovarsi al più presto, tale da salvare e rilanciare un "marchio" storico e una squadra che ha saputo non solo tenere il campo con grande dignità, ma primeggiare, anche nel momento più difficile.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Aprile 2009
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