I detenuti di Busto in campo per l’Abruzzo

Le persone in carcere hanno donato tre euro a testa. Andrea, un redattore del giornale curato e pubblicato dai carcerati dell'istituto, ci spiega il perché dell'iniziativa

Quelli del carcere sono nostri lettori "filtrati" dalla carta. Non sono gli unici, tanti ci leggono attraverso varie rassegne stampa, ma la loro resta una condizione un po’ "speciale". Nella casa circondariale di Busto ai detenuti non è consentito navigare in internet. Le ragioni sono ovvie e non rispondono a logiche punitive, quanto di sicurezza. Ogni comunicazione con l’esterno deve esser autorizzata. Alcuni detenuti del carcere stanno facendo un corso di giornalismo e da alcuni mesi pubblicano un giornale. Un’iniziativa importante perché spezza delle catene fatte di stereotipi e luoghi comuni, ma soprattutto abbatte mura, cancelli, sbarre e fa volare il pensiero, le idee, le emozioni.
Per questa ragione abbiamo lasciato loro la terza apertura di Varesenews e lo faremo ogni volta che ci forniranno dei contributi. Anche loro sono nostri lettori, anche loro hanno cose da raccontarci. E quella di oggi merita davvero attenzione e riflessione.

(M.G.)

Un gesto concreto di solidarietà è arrivato anche da chi “meno ti aspetti”. Le persone detenute nel carcere di Busto Arsizio hanno, infatti, deciso di donare anch’esse un contribuo per aiutare chi, in una notte, ha perso tutto.
I fatti, ormai, li conosciamo tutti. Nella notte fra il 4 e il 5 aprile 2009 la terra trema in Abruzzo, nella zona dell’Aquila. Il triste bilancio di quei giorni in termini sia di vittime che di abitazioni, palazzi pubblici e patrimonio culturale distrutti è altissimo. Ma anche la condizione di chi si è salvato, ma ha perso la casa, il luogo di lavoro e tutti i punti di riferimento della sua quotidianità è apparsa fin dall’inizio difficile. Il Paese si è però mobilitato subito e, oltre al lavoro della protezione civile, del 118 e di tutti quelli che operano nelle zone terremotate, c’è stata una vera e propria corsa ad inviare aiuti materiali ed economici.  
Anche le persone detenute nella Casa Circondariale di Busto, spinte da sentimenti di solidarietà con la popolazione abruzzese, hanno voluto dare un aiuto concreto. Tutte le sezioni che compongono l’istituto – cinque in totale: 1, 2, 3, 4 e quella dei tossicodipendenti – hanno fatto una colletta e raccolto tre euro a testa. Potrà sembrare una cifra piccola, ma per noi è invece significativa e per raccoglierla abbiamo rinunciato a qualche piccolo sfizio pasquale. Qui siamo in più di quattrocento: è difficile sapere quanti hanno dato un contributo, ma se anche solo la metà ha partecipato è già un bel risultato. Abbiamo nominato nostro “emissario” presso i terremotati il cappellano dell’istituto, Don Silvano Brambilla, che si è impegnato a versare la somma su un conto corrente appositamente creato per l’emergenza.

Questa iniziativa, però, per noi è importante anche per un altro motivo. Ci permette infatti di trasmettere un messaggio al di fuori di queste mura, anche a chi non conosce la nostra realtà o ne sa solo per “sentito dire”. Con questo gesto possiamo dire “ci siamo anche noi, anche noi siamo parte della società italiana quando soffre, spera e gioisce”. Questa donazione è quindi un ulteriore passo in avanti per chi attraversa questo momento difficile e, per noi, è un punto in più verso la società civile.  

E’ possibile contattare i redattori di Mezzo Busto all’indirizzo mail: mezzo_busto@libero.it 

Andrea, redattore di Mezzo Busto

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Pubblicato il 27 Aprile 2009
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