Sorge il sole sulla nuova Pro Patria

Aurora doveva essere, ed Aurora è stata. Il primo passo verso la rinascita della Pro Patria è stato compiuto mercoledì 7 maggio come previsto davanti al notaio dai membri della cosiddetta cordata dei tifosi doc Armiragli-Vender-Plebani, con tutte le necessarie formalità aggiuntive del caso, ad esempio la disponibilità dello stadio, come conferma il sindaco Gigi Farioli in veste di primo tifoso. L’atto era atteso già martedì, il rinvio è stato dovuto a questioni burocratiche, tra cui il nome troppo lungo scelto per la società, che ha dovuto rinunciare all’"Et Libertate" finale. Poco male. L’Aurora Pro Patria 1919 tecnicamente è realtà, infine, ed è notizia gradita ai tifosi che appassionatamente seguono ogni sussulto delle vicende societarie, ma deve ancora superare le insidie dell’asta fallimentare, prevista entro fine maggio, e che vedrà partecipare probabilmente altre due cordate in lista per l’aquisizione del titolo sportivo.

Entro allora la neonata società dovrà passare da dichiarazione d’intenti a realtà solida e forte, in modo da superare ogni possibile offerta alternativa per rilevare gli asset societari. Quello di ieri non è in fondo che uno scalino nella lunga penitenza che ancora attende il mondo biancoblu per tornare a contare, in mezzo al fuoco di fila delle contestazioni delle rivali per la salita in serie B che gridano, carte bollate alla mano, al campionato falsato. Non c’è molto da aggiungere: sempre molto abbottonati protagonisti e comprimari di cordate e dintorni, sempre dietro le quinte i mister X della situazione, deve parlare il campo. Attendono i tigrotti i match con Sambenedettese e Padova: servono sei punti per trasformare il sogno della B in realtà, ora che la lunga notte in via Ca’ Bianca sembra cedere il passo al sorgere di un nuovo sole.