Stadio di atletica, Pinciroli: “Abbiamo dato: qui gratis non si fa più niente”
Il presidente della Pro Patria Atletica mette i puntini sulle i dopo l'ingresso di Agesp Servizi: "per due anni abbiamo gestito in solitudine e a spese nostre, ho imbiancato tutto io di persona. Ora voglio risposte chiare dal Comune"
«Qui gratis non si fa più niente». È incazzato nero, scusateci il francesismo, Romano Pinciroli, presidente della Pro Patria Atletica Busto Arsizio e dirigente Fidal. Il personaggio è fatto così: prendere o lasciare. Così, quando dopo la conferenza stampa di sabato scorso le gazzette (inclusa la nostra, s’intende) hanno debitamente riportato gli squilli di tromba di Agesp Servizi soddisfatta per l’assegnazione definitiva della gestione dello stadio di atletica di Sacconago, lui è esploso. E tutto – be’, proprio tutto tutto magari no – quello che non ha potuto dire di persona in quell’occasione, lo "ricorda" a Varesenews, tanto a stimolo della memoria.
«Ci si è dimenticati di dire» sibila «chi negli ultimi hanno ha permesso che questo impianto resistesse alle intemperie». Precisamente chi si era speso perchè venisse creato e portato avanti, nonostante resistenze e ironie, fino a diventare il gioiellino presente. Vale a dire lui. «Qui ci siamo fatti un c… così, e a spese nostre» dichiara netto, «dalla carta igienica al sapone, dagli ostacoli ai giavellotti, dall’idropulitrice ai materassoni, fino alle scansie, qui tutto è stato acquistato con i nostri soldi. Non solo, ma le imbiancature le ho fatte io personalmente» martella accompagnandoci su e giù per i locali a vedere il risultato. L’esercizio lo ha mantenuto in forma, ma ha avuto l’effetto collaterale di… ingrossargli il sensibilissimo fegato, con conseguenti travasi di bile nell’udire di Palazzo Gilardoni quello che per lui è un assordante silenzio. Circa un anno fa alla prima provvisoria assegnazione della gestione dell’impianto all’allora Agesp Holding, poi Agesp Servizi, non corrispose ancora un reale impegno economico: «sborsò l’Assb» che raggruppa le società sportive bustesi, aggiunge. L’associazione è stata poi rimborsata delle spese sostenute, ma che ora la Servizi si faccia bella senza ricordare chi è intervenuto ben prima è cosa che a Pinciroli brucia, e molto. Tirate le orecchie alla stampa, ora Pinciroli esige risposte dal Comune. Non si deve più ripetere, sostiene, che si venga lasciati da soli come è successo per due anni, dalla caduta dell’amministrazione Rosa che volle l’impianto fino alla presa in gestione da parte del gruppo Agesp. E la risposta deve essere chiara, «foss’anche "non vi diamo un accidente": sfascio tutto, sono fatto così, ma ce lo dicano». L’assessore Azzimonti è avvisato: elmetto in testa e in trincea. Questione di soldi? Sì e no. Pinciroli valutava molto spannometricamente sui 20.000 euro circa gli investimenti fatti, ma non è solo questo il problema, nè si possono presentare conti sommari a spanne. Al Comune, che controlla Agesp Servizi al 100%, non chiede tanto e solo di poter rientrare in qualche modo dell’impegno sostenuto. Chiede un sostegno anche in altre forme, da valutare insieme: una percentuale sulla pubblicità, aiuto per organizzare eventi di peso, e così via. L’importante è tornare a parlarsi, e rendere chiaro che Pantalone non pagherà più: si cambia registro, ora e per sempre. Del resto Agesp Servizi è lì per quello: «ha dato in effetti una grossa mano» riconosce Pinciroli, nell’ultima fase, in particolare per giungere ad ospitare la nazionale italiana di marcia che fino a venerdì sarà in pista a provare e riprovare. Però l’idea di lasciare ad altri la comunicazione e le ribalte, dopo tutta la faticaccia e le spese, be’, quella no, Romano Pinciroli non poteva mandarla giù. Ed è incazzato nero, manco a dirlo.
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