Sacconago all’oscuro della morte misteriosa

Gli abitanti del quartiere dove è vissuto Paolo Castiglioni non conoscevano ancora il risvolto delittuoso della sua morte. Che da domani diventerà oggetto di processo

Una mano parricida avrebbe colpito e distrutto una vita, facendosi carnefice del proprio genitore, ma a Sacconago, la mattina della domenica, ancora pochi lo sanno. Davanti al civico 15 di via Monte Grappa c’è solo la strada, larga e vuota a riflettere i raggi di un sole indifferente. È questa la bassa palazzina grigia anni Cinquanta, quattro famiglie in tutto, in cui viveva Paolo Castiglioni, l’anziano 74enne che secondo le prime ricostruzioni sarebbe stato ucciso di botte dal figlio Stefano, come indicherebbero le gravissime lesioni agli organi interni riscontrate. È un vicino, più o meno coetaneo, che di rientro dalla messa, cortesemente, ci dà qualche piccola informazione mentre la consorte tenta di trascinarlo via a suon di occhiatacce e richiami per il pranzo, dopo averci liquidato con un «a me queste cose non interessano».  «Era una persona gentile, tranquilla» ricorda il vicino. «Quando sono venuto ad abitare qui, circa venticinque anni fa, lui era già in pensione». Doveva aver cominciato a lavorare non ancora adolescente, come molti in questo paesotto nella città che è Sacconago. «All’epoca viveva con la moglie, che è venuta a mancare qualche anno fa. Anche il figlio viveva con loro a quel tempo, era adolescente. Ora vive da solo, forse a Beata Giuliana».

Una Sacconago assorta, battuta da un sole africano, riposa nell’afa appicicosa di una domenica mattina. In giro, un deserto da controra napoletana o giù di lì. Tranne che al centro terza età, dove c’è una festa, musica leggera, profumo di salamelle e una quantità sorprendente di bambini si rincorrono palloncini in mano; tranne che in chiesa, dove c’è praticamente mezzo quartiere e fra un Santo e un Osanna si celebrano, fra l’altro, gli anniversari di matrimonio, incluso almeno uno "di diamante".
Tutto intorno, vie deserte e una pace celeste: fermandosi, si odono i versi di innumerevoli specie diverse di uccelli che in questa giungla urbana trovano un habitat più favorevole di qualsiasi foresta, gatti permettendo.  In questo contesto apparentemente bucolico, in questa Sacconago che offre deliziosi quadretti familiari in uscita dalla messa – coppie di ogni età, un insospettabile numero di giovani, nonni con nipotini – la notizia del giorno, di ben altro tenore, non è ancora esplosa. 

Il parroco don Giulio e il suo coaudiutore don Alessandro restano sorpresi quando ascoltano la notizia in sagrestia. Hanno poco tempo a disposizione. «Non ero a conoscenza» dice il parroco, lo sguardo penetrante mentre ascolta l’ultima, perplesso. «Abbiamo celebrato il funerale del signor Castiglioni pochi giorni fa» ricorda con don Alessandro, come se potesse scacciare un pensiero orrendo. «Il figlio era con noi al cimitero… sembrava tranquillo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Maggio 2009
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