Alt bambini! Vietato giocare

Roberto Blanco di Busto Arsizio ci segnala i divieti che sempre più spesso soffocano e limitano le naturali tendenze dei più piccoli all'interno degli spazi pubblici. Una riflessione su una società anziana, ma nient'affatto amica dei propri nipotini

Qualche giorno fa sono apparsi nel parco Tovaglieri di Busto Arsizio “Quartiere SS Apostoli” enormi cartelli di divieto che oltre a dire che non bisogna sporcare il suolo e le aree verdi, cose che secondo me non servirebbe nemmeno scrivere, offendono l’intelligenza e di chi porta rispetto a sé ed ad altri, ma vietano anche di girare in bicicletta e di giocare a palla.
Pensare che il parco era stato progettato con tutte le sicurezze del caso, con vialetti sufficientemente larghi proprio perché potessero passare anche le biciclette, e piantumato con generose siepi che non permettessero ai palloni di finire sulla carreggiata stradale o peggio ancora, che nel rincorrere la palla i più piccoli rischino distrattamente di attraversare senza guardare.
Dove andranno i più piccoli con le loro bici e chi li accompagna? In una città orgogliosa delle proprie squadre di pallavolo e di calcio cosa faranno quei ragazzini e ragazzine che hanno una gran voglia di emulare le gesta dei loro campioni, i quali rimangono per la loro giovane età riferimenti sani e naturali per crescere senza dover per forza entrare in competizione?
Le strade e le piazze cittadine animate da bambini che rincorrono un pallone sono un’immagine del passato. Oggi per i giochi liberi di gruppo i cortili delle case, parti comuni e zone sufficientemente protette, rimangono spesso l’unico spazio possibile per far giocare insieme i bambini.
Siamo in primavera inoltrata: la stagione dove il sole, i profumi che la natura ci offre rendono la vita all’aria aperta gioiosa ed i primi ad esprimere questo desiderio dell’animo sono proprio i bambini.
Li vedi con quegli occhi che brillano quando finalmente possono uscire dagli appartamenti e correre per i giardini ed i prati, gridando tutta la loro gioia di vivere.

Ma tutto questo non è così scontato. Soprattutto per noi che viviamo in mezzo al cemento delle nostre città, sempre più grigie e meno verdi. E anche se in nuovi condomìni riescono a nascere oasi verdi e profumate, enormi cartelli bandiscono ogni possibilità di gioco per i nostri bambini, soffocando i loro innati bisogni. Sembra infatti che si vada orientando verso una proibizione totale del gioco.
Rimango esterrefatto, e non poco nell’ uscire di casa e osservare, come qualche condòmino – che non ricorda più di essere stato anche lui bambino! – a causa di schiamazzi di alcuni bambini che giocando a palla turbino la loro tranquillità, rovinano il loro verde ritiene lesi i propri diritti, urla dalla finestra contro di loro, nella speranza che qualcuno li faccia smettere e li rinchiuda nuovamente nei loro claustrofobici appartamenti.
Vorrei cogliere l’occasione per sottolineare alcuni aspetti su cui riflettere affinché, tra civili persone che continuano da anni a condividere uno spazio comune e pubblico, si raggiunga non un accordo, ma una vicendevole attenzione, ponendo al centro il “bene comune” che oggi ha perso il suo più alto valore civico ed etico: il rispetto della vita altrui! Il rispetto dei bambini.

Le leggi o le regole non si impongono, ma in una società civile si insegnano, ponendo una maggiore attenzione nei confronti anche di ragazzi più grandicelli, mi riferisco agli adolescenti, un’età che deve essere di maggior richiamo. Proprio la loro maggiore autonomia fa si che ci liberino dalle loro esuberanti richieste, ma ritengo che in questo periodo delicato della loro crescita necessitano di sani spazi alla loro creatività. E’ responsabilità di tutte le persone adulte porre loro punti di riferimento. Altrimenti, che nessuno si lamenti se il parco comincerà ad essere frequentato dagli stessi ragazzi alla deriva che nessuno di noi ha trovato il tempo ed il coraggio morale di trattare come vorremmo che trattassero noi: con gentilezza e rispetto.

I bambini sono la più grande rappresentazione dell’amore. Sono la nostra reale ricchezza. Scontato dire che sono il nostro futuro, il futuro di tutta la società, sono coloro che permetteranno a tutti noi di vivere sereni la nostra vecchiaia.
Ora non credo che sia necessario tirare fuori le mille carte costituzionali, internazionali, europee, Convenzioni ONU e UNICEF, per ricordare che proprio loro, i bambini hanno dei diritti a cui tutti noi adulti dobbiamo una risposta; di cui dobbiamo farci tenaci assertori e nobili difensori
Da una Convenzione ONU (1989) (Art .31). Tutti i bambini hanno il diritto di giocare. La convenzione chiama in causa tutti gli adulti perfino lo Stato affinché applichi questo diritto.
Credo che questo loro diritto di giocare e di farlo all’aria aperta nel parco, li preservi dalle malattie moderne come l’obesità o quelle patologie che psichiche che sono la dipendenza da videogiochi e all’esposizione continua davanti alla televisione.

Un bambino non può vivere continuamente in casa. Come non credo sia giusto trascinarli dalla casa alla palestra o in piscina piuttosto che sul campo di una delle tante società di calcio della città, senza la possibilità di concedergli occasioni di gioco creativo di poter socializzare con coetanei privi della continua supervisione e gestione degli adulti.
Mi permetto di dire anche questo. Sempre rifacendomi alla Convenzione ONU, ci sono altri diritti che hanno i bambini espressi dagli art. 19 e 37 “Nessuno dovrebbe fargli del male in nessun modo. Gli adulti dovrebbero assicurarsi che il bambino sia protetto da abusi violenze o negligenze”. “ Anche se fa qualcosa di sbagliato, a nessuno è permesso punirlo in maniera che lo umili o lo ferisca gravemente nell’animo”.

Pertanto amare i bambini significa amare la vita, amare noi stessi. Sono loro il dono più prezioso che possiamo avere, non serve arrabbiarsi per qualche filo d’erba calpestato, ben venga se così facendo possano imparare a gestire i loro spazi all’aria aperta, ed il rispetto per tutto ciò che gli sta attorno, responsabilizzandosi e cambiando di volta in volta zone del parco o tipologie di gioco.
E’ importante però che le politiche comunali riescano ad individuare altre modalità per sensibilizzare gli amministratori comunali e l’intera comunità cittadina sull’esigenza di tutelare il diritto di gioco e di creare condizioni concrete per renderlo praticabile. Includendo la possibilità di poter evitare che negli spazi comuni dei condomini dove le norme di sicurezza siano rispettate vietino ai bambini di giocare.
Credo che dovremmo essere felici, tutti, che in un parco pubblico o condominiale continuino a riecheggiare voci innocenti e belle, piene di vita, allegre: quelle dei bambini.
Voci in grado, con la loro semplicità, di aprire i nostri cuori al senso più profondo della vita.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Maggio 2009
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