Rifiuti zero? Cicero: “Demagogia, stupidaggini”

Il presidente di Accam è netto: "O si fa il revamping o l'impianto chiude e si va all'emergenza rifiuti" ripete. "Quello di Vedelago è un modello completamente diverso"

«"Modello Vedelago?" Se devo prestare fede alle immagini che vedo sul loro sito, fanno a mano una differenziata che si può eseguire a macchina. Poi vedo che parlano di 35 tonnellate al giorno, qui da noi ad Accam parliamo di 400 da gestire». Paolo Cicero non si lascia distogliere da nulla: da mesi ha una cosa sola in testa, il revamping, il rinnovo integrale dell’inceneritore che Accam, di cui è presidente, gestisce. «Lì si differenzia a valle, qui a monte, lo fanno i cittadini. Da noi tutto ò che non può essere recuperato con la raccolta differenziata o va al digestore anaerobico, per l’umido, o va all’incenerimento, per il resto. Chi vuole far credere che esista la situazione "rifiuti zero" produce demagogia e stupidaggini, sono cose fantasiose». La California di Terminator Schwarzenegger, non a caso austriaco, ci crede: ma si sa, in fatto di produzione di stupidaggini la terra di Hollywood è imbattibile. «Poi per carità: è auspicabile che tutto possa essere riciclato, e continuamo a muoverci in quella direzione. Molti Comuni sono già al 60% e oltre di raccolta differenziata, col tempo si potrà fare ancora meglio e diffondiamo questa cultura a partire dai bambini delle scuole. Ma resterà sempre una frazione non ulteriomente reimpiegabile: ed è dimostrato che le discariche sono più dannose degli inceneritori».

Cicero riconosce che quello proposto dai sostenitori di questo modello alternativo di gestione dei rifiuti è un sistema profondamente diverso. Sul piano gestionale, più che su quello tecnologico. «Cosa dobbiamo dire ai cittadini? Di non fare più la raccolta differenziata? Lo stesso assessore regionale Buscemi in un convegno a Lonate ha parlato degli impianti per la selezione automatizzata dei rifiuti, dicendo che gli sembrava quasi di bestemmiare, rispetto a una prassi stabilita… E non è che non conosciamo anche novità tecnologiche ad Accam» dice Cicero, «sono stato anche a Barcellona a visionare gli impianti locali. E mi piacerebbe installare qui un centro di ricerche sull’eliminazione dei rifiuti tramite dissociazione molecolare. Impianti pilota ci sono», il problema è darvi applicazione a livello industriale, creare un’economia di scala. E non è comunque sostitutivo della raccolta differenziata. 

Mentre si chiacchiera di ciò che è possibile domani, il problema è però oggi: e Cicero è il primo a dirlo, forse senza rendersi conto di aver appena usato lo stesso sistema per sgusciare dal paragone con l’ambito veneto. «Accam deve essere ristrutturato per rispettare i limiti di emissione e le prescrizioni di AIA e GRTN, altrimenti non avremo le autorizzazioni e dovremo chiudere, si andrà all’emergenza rifiuti». Oltrettutto, non arriverebbero più i famigerati incentivi CIP6 e i certificati verdi, ossigeno finanziario da tre milioni l’anno senza il quale non si tira avanti. Cambiare o morire: per Accam il momento è decisivo e si attende che la politica si rassegni a trovare il modo di comunciare ai borsanesi che l’impianto non chiuderà più nel 2019.
Tavolo Accam, come vuole il PD? «Sono disponibile a dare tutti i chiarimenti del caso ai consiglieri, non c’è problema» assicura Cicero. «Non posso più fare politica, e me ne dispiace, ma da amministratore di società farò la mia parte. Non è però il momento di perdere tempo» ripete. «Oggi si parla a sproposito, parlare si poteva fino a un anno fa, ora siamo con l’acqua alla gola. La politica dove esprimersi, dirci per l’anno 2015, che so, vogliamo una situazione tot». Il messaggio è rivolto, beninteso, a tutti, amici e meno.

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Pubblicato il 25 Maggio 2009
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