Vandalismo sui manifesti, condannati politici leghisti

Dovranno pagare migliaia di euro in multe il vicesindaco, un assessore, il segretario cittadino, un'amministratrice di società partecipate e un militante, tutti della lega Nord: fuorono colti sul fatto e denunciati nel maggio 2006. L'avvocato Fontana: "Ricorreremo in appello"

Si conclude con una condanna in tribunale a Busto Arsizio la vicenda dei manifesti imbrattati dell’ex sindaco Luigi Rosa. Oggi, lunedì 15 giugno, la lettura del dispositivo da parte del giudice Luisa Bovitutti. A carico di Giampiero Reguzzoni, attuale vicesindaco e assessore all’urbanistica, di Franco Girola, assessore ai lavori pubblici, di Maria Paola Reguzzoni, amministratrice delegata di Agesp Servizi e già assessore, di Giuseppe Gorini, segretario cittadino della Lega Nord e già consigliere comunale, e di un militante senza incarichi amministrativi, A.C., sono state disposte una serie di sanzioni: 1500 euro di multa a testa (la parte civile ne aveva chiesti un migliaio), più danno da definire e risarcire in separata sede (civile), con una provvisionale di 5000 euro, 2500 euro più iva di spese legali più quelle processuali.

Tutti gli imputati sono stati riconosciuti responsabili di danneggiamento e diffamazione nei confronti dell’ex sindaco. Assenti tutte le parti in causa, presenti i soli legali: il sindaco di Varese nonchè compagno di partito nella Lega Nord, avvocato Attilio Fontana, per gli accusati, l’avvocato Nadia Calcaterra in rappresentanza di Cesare Cicorella per la parte civile.

La vicenda – Il 22 maggio 2006 gli imputati furono "colti sul fatto" da persone legate alla causa del sindaco uscente, da loro "scaricato" all’inizio dell’anno con conseguenti elezioni anticipate, mentre alteravano i manifesti dell’ex primo cittadino apponendovi adesivi con scritte del tipo: "Comprereste un’auto usata da questa persona?" o il simbolo di un asino. Da qui segnalazione e denuncia alle autorità. Fino al processo. A lungo si è tentato di giungere ad una composizione di quella che appariva come una bagatella in termini penali, anche se piuttosto imbarazzante per la presenza di nomi noti dell’amministrazione cittadina, piuttosto che di semplici e anonimi simpatizzanti del Carroccio. Non c’è stato verso: per la difesa degli imputati era Rosa a voler portare la vicenda alle estreme conseguenze, per la parte civile erano questi a non prendere in consideazione l’idea di concordare un’azione risarcitoria che andasse al di là delle (doverose) scuse.
L’avvocato Fontana ha subito annunciato alla stampa, uscendo dall’aula, che si presenterà appello contro la decisione, rilevando una certa incongruità nell’imputazione di danneggiamento, visto che gli adesivi avrebbero anche potuto essere tolti senza causare danni. «Ci sarà ancora spazio per gli avvocati» ha commentato. Soddisfatta invece la parte civile, che ha ottenuto quanto chiedeva.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Giugno 2009
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