Consiglio comunale, primo non decidere

Rinviata la discussione della delibera sul "modello Vedelago" per la gestione dei rifiuti, a bocca asciutta i tifosi della Pro Patria che attendevano novità dal sindaco (assente), sotto palazzo Gilardoni manifestano i vigili urbani in agitazione ormai cronica. In aula sfilata di interrogazioni e mozioni



Non basta neanche il minuto di silenzio per le vittime della catastrofe ferroviaria di Viareggio a riportare un pizzico di sobrietà in consiglio comunale. Ripicche e discussioni acide sulla mancanza all’ordine della “delibera Vedelago” voluta da parte delle opposizioni (Rifondazione Comunista, “rosiani”, Marta Tosi e Audio Porfidio), hanno occupato tutta la prima parte della seduta, poi trascorsa in una serie di rapide interrogazioni da question time. Il presidente del consiglio Speroni si è infine assunto la responsabilità di un “errore” di interpretazione della volontà di Antonello Corrado, il consigliere comunista portavoce e motore primo dell’iniziativa anti-incenerimento. Sulla base dell’art. 18 del regolamento il presidente del consiglio comunale ha rigettato la possibilità di rimettere in discussione il punto a seduta avviata, a meno che non lo decidesse il consiglio. Un risultato almeno è stato ottenuto: la rapida uscita dall’aula dei rappresentanti dei tifosi, giunti nella (vana) speranza di udire una parola dal sindaco (assente) sulla questione stadio che rischia di vedere l’Aurora Pro Patria “esiliata” da Busto per le nuove regole di sicurezza imposte dal decreto Pisanu e recepite dagli organismi federali calcistici. Si trattava solo di uno dei tre gruppi scontenti che aleggiavano sul consiglio, come si vedrà.

In aula nel frattempo, uno Speroni irritatissimo metteva al voto la sua proposta di non mettere all’ordine del giorno la delibera anti-inceneritore. Chi votava sì, cioè, votava no; e viceversa. Come nei migliori referendum. Risultato: quindici favorevoli (tra cui gli stessi proponenti!), otto contrari, un astenuto, il punto, già dibattuto aspramente in ufficio di presidenza, veniva rinviato. Non prima che l’ufficio complicazione affari semplici, il più efficiente del Comune di Busto Arsizio, avesse colpito ancora una volta.
La sensazione di molti è che si faccia di tutto per non prendere decisioni. Non è evidentemente l’aula consiliare la sede per le decisioni che contano.

Deciso di non decidere, un urlo belluino scuote dalle fondamenta Palazzo Gilardoni: è quello dei tifosi che dal pianterreno si rifanno sentire, sulle labbra il nome amatissimo della Pro. Giurando poi di andare a cercare il sindaco Farioli, per la cui assenza Porfidio (La Voce della Città) si proporrà poi prodotto in una delle sue tipiche intemerate (“Non c’è mai” la sintesi).

Commenterà amaro, come da tre anni in qua, l’ex sindaco Luigi Rosa per Busto Civitas: “Questa sera c’erano qui ad attendere a) i tifosi b) i vigili c) i cittadini di Borsano. Qui non ci sono mai delibere in votazione, non si danno risposte ai cittadini. Accam è partita per conto suo coi bandi, sullo stadio si è affidato ad Agesp l’intervento bypassando le procedure di gara…” Seguendo le quali però, i lavori mai potrebbero partire in tempo per salvare la stagione casalinga dei tigrotti.

Sarebbe ingeneroso liquidare come fallimentare la seduta: numerose sono state le interrogazioni e mozioni toccate nel resto della serata, su temi vari, dalle onnipresenti buche sulle strade alla sicurezza e ai servizi sociali, ma l’avvio decisamente non è stato dei migliori. Con la ciliegina del gruppetto di vigili urbani in agitazione nel cortile del municipio: hanno ottenuto dall’assessore Fazio la convocazione di un tavolo tecnico per affrontare le loro perenni e irrisolte lagnanze. E forse sono quelli che in fondo hanno stretto di più, il che è tutto dire.


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Pubblicato il 02 Luglio 2009
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