Molini Marzoli nuova sede dei vigili, Porfidio presenta una mozione

Il consigliere de La Voce della Città insiste: i fondi della Regione per ristrutturare l'immobile erano vincolati a utilizzi ben diversi da quello prescelto dall'amministrazione

Tenace come un mastino, Audio Porfidio insiste sulla questione dei Molini Marzoli. Il consigliere de La Voce della Città ha depositato presso gli uffici di Palazzo Gilardoni una mozione sul tema. La questione chiave è il trasferimento della sede della Polizia Locale, peraltro annunciato già tempo fa, e attuato con qualche ritardo su quanto inizialmente previsto, ma comunque felicemente, nei giorni scorsi. Esaminata la pregressa documentazione amministrativa che finalizza lo stabile al "Recupero e riqualificazione a polo scientifico e tecnologico, incubatore, centro di formazione/D.U. Centro Tessile Cotoniero e relativo spazio di sperimentazione, sala convegni e mensa-bar", e ricordando che per il recupero dello stabile il Comune ha percepito dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – Fondo Sociale Europeo oltre 22 miliardi di vecchie lire per il triennio 1994-96, "supposto che la contribuzione summenzionata determini la specifica destinazione d’uso dell’immobile ad attività sociali di cultura", Porfidio ritiene "illegittimo" il cambio di destinazione d’uso, "pena la restituzione del contributo a suo tempo corrisposto dalla Comunità Europea". Di conseguenza con la mozione invita sindaco e giunta "al ripristino della destinazione d’uso" dei Molini Marzoli ad attività "consone alle motivazioni che a suo tempo determinariono l’acquisizione del contributo". Spostando cioè altrove sia il comando della Polizia Locale appena installato che "ogni ulteriore permanenza non conforme". 

Mozione che con ogni probabilità il consiglio troverà irricevibile; ma Porfidio non è tipo da mollare l’osso ed elenca una serie di ragioni di perplessità anche nel merito della nuova sede scelta per il corpo di polizia municipale. La Tecnocity, sostiene, doveva essere il cuore economico e culturale della città, ospitando l’università dell’Insubria, il Centrocot (trasferito), il centro dialetti, il defunto PSTL che hanno poi visto arrivare messi comunali, difensore civico, infine i vigili. Mentre altre cercano di attuare il concetto di Tecnocity, Busto lo smantella, rileva Porfidio, col che si toglie un aiuto potenzialmente prezioso per la piccola e media impresa. I costi di gestione, sostiene il consigliere, sarebbero altissimi, fino al miliardo di lire l’anno (lo sarebbero anche con altre presenze? non viene precisato). Ci sono poi problemi di spazi da considerare, fra l’altro con l’arrivo delle auto della polizia locale i parcheggi interni sarebbero in via di sparizione, con tanto di avvisi di sgomberare di posto; più qualche scomodità assortita per gli agenti, come dove cambiare palazzina per timbrare il cartellino e cambiarsi, o la mancanza di bagni nei singoli uffici.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Luglio 2009
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