Fondo Famiglia e Lavoro, richieste con il contagocce
Minore rispetto a quanto ci si attendeva la risposta all'iniziativa comunale. Si prospetta un rilancio del bando con criteri temporali più ampi: molte domande hanno dovuto essere scartate perchè il posto di lavoro era stato perso prima di novembre
Il Fondo Famiglia e Lavoro dà risultati contrastanti, e tali da indurre a riproprorre l’iniziativa con criteri in qualche misura modificati. Oggi, mercoledì 2 settembre, è stato l’assessore ai servizi sociali Mario Crespi a rendere noti i dati relativi alle richieste pervenute a Palazzo Gilardoni. Il fondo da 200.000 euro era stato messo a disposizione dal Comune di Busto Arsizio per quelle famiglie in cui un percettore di reddito fosse rimasto senza lavoro a partire dal mese di novembre del 2008, e che risultassero al di sotto di una determinata soglia reddituale. La risposta è stata inferiore alle attese. Di 54 domande giunte, solo 41 avevano i requisiti richiesti e sono state quindi accolte. Ce ne si attendeva un po’ di più sulle 75: si è comunque verificati che i bisogni vi sono, ma da Palazzo Gilardoni non si esclude un fenomeno di "bisogni sommersi". La crisi ha infatti colpito non tanto e non solo chi già annaspava, quando persone colte alla sprovvista e "non abituate a chiedere", o meglio ad interloquire con i servizi sociali. In pratica trascinando nel gorgo alcune categorie di persone il cui tenore di vita era fin qui tale da non destare preoccupazioni.
A fronte dei dati pervenuti, e soprattutto di quelle richieste che pur rientarndo in gran parte dei requisiti richiesti, si riferivano a nuclei familiari in cui il reddito da lavoro è venuto a mancare già prima del novembre 2008, l’assessore Crespi propone a questo punto un eventuale riaperture del bando. Questa volta però si dovrà estenderlo anche al periodo precedente rispetto a quello indicato. «I bustocchi si confermano gente abituata a contare sui propri mezzi» commenta l’assessore, «piuttosto che ricorrere ad un aiuto esterno. Non mi sento di leggere questo dato come un’assenza della crisi, perchè questa c’è e si sente».
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