Ibici, proprietà e lavoratori trovano un accordo

Dopo un mese esatto di presidio davanti ai cancelli Luigi Ghirardi ha incontrato le rsu. Entro martedì i lavoratori riceveranno i tre mesi di arretrato ma il presidio continuerà fino al 20 settembre


Finchè non vedranno i soldi sul conto non lasceranno il presidio i lavoratori e le lavoratrici della Ibici di Busto Arsizio. Nemmeno la promessa strappata questa mattina al loro ex-datore di lavoro Luigi Ghirardi è bastato a farli recedere dalla loro iniziativa di lotta che ieri ha compiuto un mese. Trenta giorni davanti ai cancelli con i turni di notte, la tenda, il tavolino e tutto il necessario per passare le lunghe ore a presidiare l’entrata. Questa mattina l’ex-patron della Ibici, Luigi Ghirardi, si è presentato davanti agli operai e alle Rsu per giungere ad un accordo. Lui verserà i due mesi e mezzo di arretrato entro martedì e loro lasceranno uscire dall’azienda il quantitativo di merce equivalente ai soldi che spettano ai lavoratori. «Ha promesso che entro martedì i soldi saranno sui nostri conti – fa sapere Marisa De Stefano, rsu della Filtea-Cgil – solo quando avremo verificato l’accredito degli stipendi di maggio, giugno, metà luglio e i soldi della mensa da novembre luglio lasceremo uscire la merce».

Il presidio, però, andrà avanti fino al 20 settembre, giorno in cui dovranno essere versati anche i soldi per l’Inps. Fino ad allora e solo se Ghirardi starà ai patti, il presidio sarà smontato e la fabbrica potrà essere svuotata della rimanente merce e dei macchinari. Per i sessanta lavoratori si apre un periodo di incertezza che per almeno una ventina sarà mitigato dalla mobilità e dall’accompagnamento verso la pensione mentre per i restanti 40 la difficoltà è quella di trovare una nuova occupazione in un momento di grave incertezza economica: «Dei 40 che non andranno in pensione nessuno, ad oggi, ha trovato lavoro – precisa Donatella Calloni – qui intorno non c’è molta speranza. Intanto stiamo approfittando dei corsi di formazione offerti dalla Regione perriqualificarci. Poi si vedrà».

Da un mese i lavoratori avevano montato un presidio permanente davanti ai cancelli dell’azienda dopo che lentamente l’azienda, aveva cominciato ad eliminare i diritti dei lavoratori. Da un paio di anni quello che era il glorioso marchio Ibici stava tramontando cedendo alla Intimfashion. La nuova proprietà non è durata molto e la crisi ha portato l’azienda a chiudere definitivamente il 31 luglio. Dal 2 agosto è iniziato il presidio con i trni di notte compresi. I lavoratori hanno evitato che la merce prodotta venisse portata via tenendola “sotto sequestro” fino a quando non sarebbero stati pagati gli arretrati. Stesso discorso per i machinari. La tenacia dei dipendenti he in una quarantina e a turno non si sono mai tirati indietro, ha portato a questo risultato.


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Pubblicato il 03 Settembre 2009
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