Busto si specchia… in un libro

Ressa da Boragno per la presentazione di "Quando il nonno prese per il naso il re", di Antonio e Marilena Lualdi. Un tuffo nel passato, visto con gli occhi di un barbiere molto speciale, fra aneddoti e storielle in rigorosa lingua bustocca

Non un semplice libro, ma uno specchio ma nel quale i bustocchi doc potevano ritrovarsi. Non è quindi un caso se alla presentazione del libro “Quando il nonno prese per il naso il Re” di Antonio e Marilena Lualdi, presso la Galleria Boragno, il pienone era impressionante, con gente in piedi fin fuori dal locale.
Tutto per una storia che ci parla dei tempi andati, delle famiglie i cui cognomi ricorrono in tutta la storia della città, dei vezzi, dei miti e riti di una Busto abbarbicata ai suoi campanili, e al tempo stesso capace di andare per il mondo. Tutto visto attraverso gli occhi di un barbiere, quel Giannino Lualdi che si concederà il lusso, fra le altre avventure, di fare la barba a Vittorio Emanuele III, durante il suo servizio militare in Africa. God shave the king, avrebbe commentato un Malaparte. "L’ho preso per il naso" raccontava ridendo ul Giannino di quell’incontro: per lui il cliente, che fosse il re, l’industriale o il povero diavolo, era sempre meritevole di attenzione, con imparzialità. Non a caso si dirà che quello del barbiere è un mestiere in cui si affida all’artigiano e alle sue lamette una parte fisica e psicologica di sè, oltre al tempo e una modesta quantità di denaro: la bottega era luogo d’incontro di ogni classe sociale e di incrocio di storie personali.

A tramandare i racconti di Giannino ci ha pensato il figlio Antonio, un "viaggiatore del tessile" con amici fraterni dal Brasile alla Grecia. Mancato recentemente Antonio, è stata poi la figlia Marilena, giornalista de "La Provincia", a chiudere il cerchio di questa storia familiare, per nulla "minima" come si è visto dal calore con cui è stato accolto il volume. Una vicenda che va molto all’indietro, con complessi alberi genealogici che mostrano come un po’ tutti i bustocchi siano alla fine imparentati, episodi e aneddoti che si legano l’un l’altro: storie d’amore e di lavoro, di capitani d’industria e di gente comune, ma unica.
Il libro è aperto dalla prefazione affidata a Luigi Giavini, una delle memorie storiche più attente ai fatti, ai personaggi e alle tradizioni cittadine. Edito da Nomos e dedicato dedicato a don Carlo Gnocchi nell’anno della sua Beatificazione, servirà a sostenere l’associazione bustese Amici di Rossella, impegnata per l’hospice e l’assistenza ai malati terminali.

Ad affiancare Marilena Lualdi nel compito non semplice di renderne la ricchezza sono stati Giuseppe Battarino e Ginetto Grilli. Intraducibili gli innumerevoli aneddoti, storielle, battute, poesie in rigorosa e filologica lingua bustocca portati dal Ginetto, una vera miniera di buonumore e di memorie vicine e lontane. Come le canzoni di Davide Van De Sfroos, non si tratta di concetti italiani tradotti in dialetto: sono storie che sono accadute in dialetto. Per parafrasare un noto slogan pubblicitario, "succede solo a Busto Arsizio".
Non resta, per chi vuole andare a riscoprire il "come eravamo", che leggersi il volume, corredato di numerose immagini d’epoca, con tutta la calma di un viaggio che porta lontano.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Ottobre 2009
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