Gli operatori della raccolta differenziata insorgono: «Agesp ci pressa»

I dipendenti del settore igiene ambientale si sentono equiparati a delle macchine, lamentano una distribuzione dei carichi di lavoro iniqua e denunciano comportamenti anti-sindacali

«Per l’azienda siamo equiparabili ai camion che guidiamo, siamo delle macchine». E’ duro il commento delle Rsu del settore igiene ambientale di Agesp dopo l’assemblea sindacale tenutasi oggi con Cgil, Cisl, Uil e sindacati di base. C’è preoccupazione e disappunto da parte dei dipendenti che si occupano della raccolta differenziata che denunciano l’eccessivo ricorso agli straordinari, una sbagliata divisione dei turni e delle zone di raccolta e una politica aziendale che punta a spingere sull’accelleratore perchè la raccolta venga portata a termine: «Non ce la facciamo più – dicono – sempre più spesso si è costretti a fare gli straordinari e per terminare i turni che secondo Agesp dovremmo fare in 6 ore, regolarmente se ne impiegano 8-10. Tutti i giorni».

Certo, gli straordinari vengono pagati ma, secondo i sindacati, Agesp gioca sull’attuale situazione di crisi occupazionale per pressare i lavoratori a fare di più: «Ormai le lettere di richiamo sono all’ordine del giorno e i dirigenti minacciano ritorsioni se non si completa il giro – raccontano gli stessi lavoratori – siamo ipercontrollati con sistemi elettronici che contano quante volte scendiamo e saliamo dal camion, quante volte alziamo e abbassiamo le vasche mentre con il sistema gps, inserito sui mezzi a suo tempo con la scusa dei continui furti di camion nel deposito, sanno esattamente dove siamo in ogni momento». E subito vengono raccontati episodi di controllo esasperante: «Quando superiamo le sei ore previste abbiamo diritto ad un buono pasto da 8 euro – raccontano – naturalmente cerchiamo di spenderlo dove si mangia con quella cifra e spesso ci si deve allontanare dalla zona dove si sta lavorando per raggiungere il ristorante. In alcuni casi sono venuti a controllarci di persona e a chiedere spiegazioni sul perchè eravamo usciti dalla nostra zona di competenza». La pressione psicologica si fa sentire e i lavoratori sono al limite della pazienza: «Agesp sta adottando un comportamento anti-sindacale che non permette ai lavoratori nemmeno di partecipare alle assemblee sindacali concordate con la stessa azienda» – raccontano i rappresentanti dei lavoratori.

Attualmente il servizio di raccolta di Agesp copre una zona che comprende oltre 100 mila abitanti, con una crescita continua della quantità di rifiuti da prelevare, il personale a disposizione è di sole 60 unità, compresi gli interinali: «Lavoriamo con qualsiasi condizione climatica – spiegano i sindacalisti – che ci sia il sole, la pioggia, la neve, il vento noi siamo sempre lì a raccogliere. Non ci si può permettere di ammalarsi e nel nostro caso le artriti sono all’ordine del giorno. Abbiamo ridotto l’assenteismo pressochè allo zero ma non basta ad Agesp. ogni volta che chiediamo un giorno di ferie iniziano le minacce, le pressioni che non ci fanno stare tranquilli». Alle richieste di spiegazioni da parte delle rsu all’azienda la risposta è una sola: «Dicono che bisogna essere concorrenziali sin da ora perchè nel 2011 si entrerà, con la nuova legge, in un regime di concorrenza nei servizi pubblici quindi dobbiamo produrre». E’ questa la parola che i dipendenti si sentono ripetere più spesso: produrre.

La conflittualità, però, sta toccando il massimo livello e le tensioni e gli screzi anche tra lavoratori sono sempre più frequenti. Dopo l’assemblea di oggi i sindacati, tramite le rappresentanze, chiederanno un incontro con i lavoratori per proporre iniziative di lotta volte a migliorare le condizioni dei lavoratori del settore.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Novembre 2009
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