Urbanistica, “sulla Vas a che gioco giochiamo?”

La Rete per la Valutazione Ambientale Strategica critica il Comune. "Non rispettate le previsioni di legge per gli organismi che devono decidere in merito, dubbie le delibere su piazza Vittorio Emanuele II e Sacconago centro"

L’urbanistica bustese evolve in modo singolare: da un lato si giunge con rapidità ad approvare importanti interventi, dall’altro avanza a passo di lumaca il Piano di Governo del Territorio (PGT). In mezzo si pone la Rete "una Vas per Busto Arsizio" che a due mesi dal suo ultimo intervento fa il punto della situazione: riscontrando il silenzio di Palazzo Gilardoni, e anzi contestando all’amministrazione di non aver ancora ottemperato a precise disposizioni.

«La nostra istanza per la partecipazione di cittadini e gruppi al processo decisionale della Valutazione ambientale strategica non ha avuto risposta» riferiscono Alberto Rossi e Vitaliano Caimi. In compenso poco tempo dopo il loro intervento, il 7 ottobre, la Giunta ha approvato una delibera proprio in materia di Vas che contiene disposizioni contestate da questo piccolo gruppo di "vedette di prima linea" dell’urbanistica partecipata. Vi si legge, nelle premesse, che sono soggetti a Vas "piani e programmi relativi al settore dei Trasporti e della Mobilità e al settore della Pianificazione Territoriale a livello Comunale, in particolare: il Piano urbano del Traffico, il Documento di Piano del PGT, il piano dei Servizi, il Piano delle Regole (…) Programmi Integrati di Intervento e Piani per gli Insediamenti Produttivi (…) se in variante al Documento di Piano". Che ancora non c’è. Inoltre, "ai sensi del punto 3.2 della D.G.R. n. 8/6420, il Comune deve procedere all’individuazione e alla nomina dell’Autorità Competente per la VAS con atto formale reso pubblico mediante inserzione sul web". Che fin qui non si è visto, lamentano Caimi e Rossi: per loro la delibera «si configura come un contenitore vuoto». Il gruppo annuncia quindi che manderà una petizione «alla competente autorità del Parlamento europeo» per far valutare l’atteggiamento dell’amministrazione di Busto Arsizio a fronte di una richiesta di trasparenza e partecipazione all’analisi delle scelte urbanistiche da parte dei cittadini.

La vera questione rimane il ritardo nella procedura di approvazione del PGT, il Piano di Governo del Territorio "successore" dei vecchi piani regolatori. Un male Comune, gran parte della Lombardia non rispetterà certo la scadenza del marzo 2010, destinata a sicura proroga, a ormai cinque anni dall’entrata in vigore della legge regionale 12/2005. Nel cosiddetto "regime transitorio", cioè finchè il PGT non viene adottato, si può andare avanti "a colpi" di Piani Integrati d’Intervento (PII) e simili, ossia strumenti "parziali" di negoziazione pubblico-privato. Per Caimi e Rossi però il Comune doveva già aver avviato le procedure di Vas per scelte già effettuate e passate con delibera: ad esempio il piano Soceba per il centro città (Piazza Vittorio Emanuele II e dintorni) oppure quello dell’immobiliare Maddalena per il centro di Sacconago. Gli indirizzi generali per la Valutazione ambientale di piani e programmi, risalenti al marzo 2007, precisano infatti che "i provvedimenti adottati senza Vas, ove prescritta, sono nulli". Col che si avanzano da parte del gruppo «fondati sospetti sulla legittimità» delle delibere con cui si approvavano questi interventi. «Manca la pubblicità di una serie di atti propedeutici, eppure il PII di Sacconago votato in giugno e definitivamente approvato ad ottobre già prevede l’esclusione della Vas. Su che basi, a questo punto?» Secondo il testo, perchè i centri storici ricadono nel Piano delle Regole, che con il Documento di piano e il Piano dei servizi frma il nucleo del PGT: e per il piano delle regole non serve alcuna Vas. La questione in punta di diritto è e resta di non semplice decifrazione per i non addetti ai lavori, politicamente è più semplice: si insiste nel chiedere al Comune di garantire, attivandosi per affidare l’incarico di redazione e finalmente adottare il PGT, la trasparenza e la partecipazione di tutte le parti interessate, istituzionali e non. «Se questo strumento urbanistico ci fosse, non si creerebbero questi problemi. La questione della Vas è dirompente» è convinto Caimi, «a fronte della cultura urbanistica imperante, perchè premette una verifica di compatibilità ambientale e di sostenibilità sociale alle varie "invenzioni del futuro"».

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Pubblicato il 03 Dicembre 2009
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