“Cari amministratori, la ricreazione è finita”

Gli Indipendenti di Centro dell'ex sindaco Rossi lanciano il guanto di sfida alla politica di oggi. No alle esternalizzazioni e all'autosilo in centro, sì ad una politica inclusiva e sociale, aperta al dialogo

La politica bustese trova un altro soggetto con cui fare i conti: sono gli Indipendenti di Centro "patrocinati" dall’ex sindaco, senatore Gian Pietro Rossi. Una stretta di mano su sfondo tricolore nel simbolo, una formazione con figure professionali (e non) che fin qui in massima parte non avevano ricoperto incarichi politici, che ha già alle spalle un anno di lavoro "dietro le quinte"; e che alla prima importante occasione pubblica raccoglie un pubblico interessato e "trasversale" fra simpatizzanti, amici vecchi e nuovi, osservatori. Tutto è da costruire, a partire dalle prospettive di alleanza. Quel che è certo è che il quindicennio del centrodestra, con Lega sola o in compagnia, non esce bene dall’analisi di Rossi e dei suoi.

– "La ricreazione è finita"

«Cari amministratori, la ricreazione è finita» l’avvertimento lanciato da Eugenio Vignati, che con Rossi, con Maria Teresa Castiglioni (insegnante), Andrea Pellegatta (architetto) e Mario Gallazzi (ingegnere) ha presentato i punti salienti. Un "intervallo", quello bustese, che fin qui è durato non quindici minuti, ma quindici anni (e spiccioli).
«Ritrovare senso alla politica, una prospettiva per il nostro impegno» è al di là dei singoli punti programmatici la chiave etica degli Indipendenti di Centro. «Vogliamo permettere ai bustocchi di vivere a Busto Arsizio, non solo di abitarci. E con un’accoglienza non limitata agli sforzi dei Frati e di qualche meritoria associazione». Castiglioni ricordava lo scandalo della piscina di via Poma (medie Galilei) lasciata in rovina da anni; Pellegatta contestava lo «stallo» urbanistico della città, constatando anche gli almeno 4000 alloggi invenduti. E poi ancora lungaggini e sprechi su area delle Nord («il piano Botta pagato e poi messo in un cassetto») e piazza Vittorio Emanuele II («assurdo un autosilo in una piazza»).
Da Gallazzi infine un invito «urgente» a muoversi nell’ottica dell’Expo, a fare scelte sul futuro produttivo della città, a recuperare la lungimiranza della Busto che nel dopoguerra creò la ragioneria, la Mostra del tessile, ma anche l’aeroporto della Malpensa.

– Il programma

Si identificano nove aree d’intervento: urbanistica, politica economica, patrimonio, trasparenza, futuro, famiglia, soggetti fragili, scuola, ambiente. Elaborare al più presto il Piano di Governo del Territorio; procacciare fondi da Europa, Stato e Regione, snellire la burocrazia e concentrarsi su progetti condivisi; preservare il patrimonio immobiliare del Comune rivedendo le scelte che hanno portato alla creazione di Agesp Servizi; ridare al consiglio comunale la sua dignità, tornare al dialogo con i quartieri, assicurare trasparenza e livello dei servizi; costituire "al più presto una task force per Expo 2015", creare centri d’eccellenza per la ricerca, valorizzare al massimo l’area delle Nord. E ancora: a fronte delle nuove povertà costruire case ad affittosociale, aiutare giovani coppie e minori in difficoltà; ampliare l’assistenza domiciliare, aiutare anche economicamente e con strutture abitative ad hoc anziani e disabili; ammodernare le scuole, realizzare un centro cottura in città per le mense scolastiche; snellire la viabilità, garantire più sicurezza per ciclisti e pedone, ampliare l’area pedonale del centro, investire risorse sulla gestione del verde.

– La parola all’ex sindaco

Rossi rivendica: «Ci siamo, se ne è dovuto prendere atto. Ho trovato un grande vuoto, ha trionfato l’antipolitica, perchè la politica è stata identificata con il malaffare». E partono i "cartellini gialli" agli avversari: «Mi spiace non vedere qui Paola Reguzzoni ("eminenza grigia" della politica cittadina come amministratrice di Agesp Servizi ndr), anche alla Lega ho da dire che è tempo di aprire le porte, non di arroccarsi. Rinnovamento anche per loro, non possono più porsi come il nuovo dopo quindici anni». Rossi passa quindi a parlare di giustizia: se ne intende. «Processo breve? Non ditelo a me che ho atteso dodici anni e mezzo per essere assolto… Ci fosse stato allora, però, io sarei rimasto lì». Prescritto, proprio quello che ha voluto evitare. «Sono d’accordo con Casini: Berlusconi vuole il suo lodo? Prego: rinuncio all’uguaglianza con lui di fronte alla legge, ma si torni a parlare di politica invece di inchiodare il Parlamento così!» A tanto arriva l’esasperazione di chi vide stagioni politiche ben diverse. Molto, molto diverse. «Si è sdoganata la destra, il problema è che oggi si sta cercando al contrario di "doganare" la sinistra! Ormai la parola stessa è una bestemmia, "comunista" un insulto, quando anche da quella sponda possono arrivare idee e contributi importanti». E mentre in Francia i funzionari pubblici, apolitici, escono da scuole di altissimo prestigio, «da noi appaltano servizi pubblici a società e ormai il nostro avvenire si discute in asettici istituti e in consigli d’amministrazione» invece che nelle sedi dovute. Gli Indipendenti di Centro non ci stanno: «vogliamo mettere il sale sulla coda a questa politica, far circolare delle idee, combattendo la rassegnazione di tanti». Auguri.

– E sempre in tema di ex…

Fra gli intervenuti non mancavano il già senatore Graziano Maffioli, in rappresentanza dell’Udc e per il PD la portavoce Erica D’Adda, ma anche l’ex assessore ai servizi sociali Franco Mazzucchelli. «Sono stato parte della cosiddetta Seconda Repubblica» ha detto quest’ultimo, «ma non è un merito. Condivido appieno quanto detto oggi, sapete quanta fatica si fa a trovare chi si impegni al 100% per la città di Busto, quando magari in maggioranza ci sono magari altri interessi? Il problema è la rappresentanza, un consigliere isolato non basterebbe ad incidere».

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Pubblicato il 05 Dicembre 2009
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