Accam dai bilanci in rosso decide di non decidere

La società che gestisce l'inceneritore di Borsano perderà 900 mila euro a fine anno e tre milioni l'anno prossimo. Bocciate le proposte di aumento delle tariffe fino al 30% da parte dei comuni soci. A febbraio una caldaia nuova mentre per il revamping servirà ancora un anno

«Accam ha bisogno di respirare, l’ossigeno rimasto può durare solo quattro mesi e poi c’è il rischio di interruzione del servizio pubblico». Non è rosea la situazione presentata ieri sera (martedì) dal consiglio di aministrazione all’assemblea dei soci formata dai 27 comuni del bacino dell’inceneritore di Borsano. Novecento mila euro di perdita nel 2009 e una previsione, a bocce ferme, di una perdita di tre milioni per l’anno prossimo. Senza Cip6, il contributo elargito dallo Stato per le energie rinnovabili "e assimilate", Accam deve rinunciare a 5 milioni di euro nel 2010.  I conti non tornano più e l’anno che va a concludersi ha visto le due caldaie dell’impianto fermarsi a più riprese fino al blocco totale di luglio con una perdita di centinaia di migliaia di euro. Una delle due verrà sostituita a febbraio del 2010 con una spesa di circa 6 milioni di euro.

A presentare la fredda analisi dei dati e la richiesta di contromisure è lo stesso presidente di Accam Paolo Cicero che ha dovuto proporre ai soci un piano tariffario per il 2010 con aumento delle tariffe di conferimento dal 3 al 30% in base al tipo di rifiuto che viene trattato dall’impianto di Busto Arsizio. La richiesta di aumenti delle tariffe è stata respinta dall’assemblea dei soci mentre è stata votata una delibera proposta dai rappresentanti dei comuni che congela allo stato attuale la situazione fino a quando non verrà presentato il progetto esecutivo del revamping, ovvero la ristrutturazione e l’adeguamento normativo dell’ineceneritore: «Ci vorrà almeno un anno prima che il progetto esecutivo diventi realtà – ha detto Paolo Cicero – un tempo troppo lungo mentre c’è da chiedere un’altro prestito d’urgenza alle banche per sostituire almeno una caldaia subito e rientrare nei paramentri minimi per ottenere nuovamente il Cip6».

Anche il vice-presidente di Accam Luciano Cremonesi ha sottolineato lo stato difficile dei conti stimando il fabbisogno di cassa del prossimo anno in circa 5 milioni di euro, soldi che l’assessore di Busto Arsizio Franco Castiglioni ha chiesto venissero trovati con un altro finanziamento chiesto alle banche. Dopo una lunga interruzione i lavori riprendono e passa la proposta di rimandare gli aumenti tariffari ancora una volta, la quinta in pochi anni, ha sottolineato Cicero. Infine l’assemblea ha votato per mantenere gli emolumenti del Consiglio di amministrazione invariati anche nel 2010. Dopo la bocciatura dell’ennesima proposta di aumento e lo stato comatoso dei conti della società c’è da chiedersi quale sarà il destino dell’attuale consiglio guidato da Paolo Cicero dopo che, ancora una volta, le soluzioni proposte da chi amministra non sono state accolte dall’assemblea.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Dicembre 2009
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