E’ l’anno del Pgt che salva il verde ed elimina i portici

Il 2010 sarà l’anno del Piano di Governo del Territorio. Anche Busto, seppur in ritardo, adotterà il suo Pgt. E’ in corso in questi giorni la procedura per l’assegnazione definitiva dell’incarico alla società che dovrà stilare il piano in base alle linee guida che il consiglio comunale saprà indicare. Giunge davanti alla sfida più grande, dunque, l’assessore all’urbanistica Giampiero Reguzzoni che vede nel nuovo strumento urbanistico il superamento di una fase ormai trentennale della città che si è basata sul vecchio piano regolatore che prevedeva la crescita della città fino a 140 mila abitanti: «Una previsione che oggi definirei del tutto irrealistica – spiega l’assessore – la popolazione è cresciuta ma di poche migliaia di unità e nel futuro non prevedo grandi sbalzi di popolazione dunque sarà il caso che il nuovo pgt ne tenga conto. Busto deve fermare la sua crescita in larghezza salvaguardando quelli che sono i suoi standard di 26 metri quadri per abitante».

Lo stop all’espansione sarà la base da cui partire per ragionare sul nuovo piano di governo e il mantenimento delle attuali aree agricole sarà il baluardo posto ai margini della città per evitare che il cemento avanzi: «Credo che anche questo sarà un punto fermo – afferma il vice-sindaco – le aree agricole attuali rimarranno invariate e non si cederà più spazio all’espansione». Non è che sia rimasto molto della Busto agricola ma queste parole rappresentano la salvezza dell’unico polmone verde rimasto, ovvero il Parco Alto Milanese, incastrato tra Castellanza, Busto e Legnano. Sul resto il nuovo Pgt sarà aperto al consiglio comunale e alla cittadinanza con una piccola richiesta in più da parte dell’assessore all’urbanistica: «Togliere dalle nuove costruzioni al di fuori del centro il vincolo dei portici – afferma Reguzzoni – il vecchio Prg imponeva ai costruttori di inserirli sul lato strada ma il risultato estetico spesso non è esaltante, soprattutto quando si vede una strada con una costruzione nuova e i portici che iniziano e finiscono col palazzo».

La partecipazione della cittadinanza è stata una delle voci del bando che ha assegnato la reazlizzazione del Pgt: «Il punteggio era determinato anche in base a questa voce del bando – afferma ancora Reguzzoni – credo che sia di fondamentale importanza, per una buona riuscita del piano, la partecipazione vera dei cittadini e non solo di quelli portatori di interessi quali politici e costruttori ma anche di chi vuole solo dire la sua su come dovrà essere la città del futuro». Assemblee e questionari ci saranno ma l’amministrazione pensa a modi, ancora da definire, possibilmente ancora più coinvolgenti: l’esempio di C’è più Busto è da tenere in considerazione.  Se sulle grandi aree, quali quella delle Nord e piazza Vittorio Emanuele, il futuro è già scritto manca ancora una visione sulle grandi strutture come lo stadio, la viabilità esterna e la costruzione di nuove case popolari: punti di domanda ancora da affrontare e sui quali i bustocchi potranno, se lo vorranno, dire la loro.