Studio alla Liuc, ma lavoro in India e mi laureo in Argentina
Laureati da poco in triennale, Davide e Stephane hanno svolto uno stage di due mesi all'estero e fra poco partiranno per prendere il doppio titolo
Appena tornati dall’india e già pronti a ripartire per l’Argentina. Così Davide Flenghi e Stephane Bonfanti, neo laureati in in Ingegneria gestionale all’Università Carlo Cattaneo, affrontano l’inizio del perscorso di laurea specialistica: valigie in mano, inglese fluido e voglia di conoscere e mettersi in gioco. Due studenti modello per la Liuc insomma, anzi due che passeranno "alla storia": Davide e Stephane sono infatti i primi due ad essere volati fino in India per uno stage. Pioniere insieme a loro un terzo studente, Simone Spina, che ha invece trascorso un semestre di studio al Management Development Institute dell’Università di Gurgaon.
«Diciamo che tutto è nato quasi per scherzo – raccontano i due giovani -. Per la specializzazione in triennale abbiamo scelto un percorso un po’ particolare, quello in Fashion Tecnology, ovvero nel tessile. L’abbiamo frequentato solo noi due, dopo si è aggiunto un terzo ragazzo. I nostri compagni ci prendevano in giro, dicevano che questa scelta non aveva senso ora che questo settore è in crisi». Ma i due ragazzi non si sono scoraggiati, anche perchè la loro idea è chiara: la produzione tessile in Italia è sicuramente in crisi, ma non certo la creatività e l’innovazione applibabili a questo settore. «Bisogna valorizzare il made in Italy – sostengono – i nostri sono prodotti unici nel mondo».
E non a caso, l’azienda indiana in cui hanno svolto lo stage – la Morarjee Textile Limited – ha aperto una piccola sede a Rho, che naturalmente non si occupa di produzione, ma di design e marketing. «Dobbiamo ringraziare per questa opportunità il nostro professore, N.K. Sharma, che prima ci ha lanciato l’idea di uno stage in India e poi ha fatto in modo che tutto diventasse realtà. Ha preso i contatti con l’azienda e poi risolto le pratiche con l’ufficio di Placement».
L’avventura indiana di Davide e Stephane inizia il 18 settembre. «Prima siamo stati due mesi in una delle due sedi dell’azienza, a Nagpur. Si tratta di una delle attività più antiche dell’India, nata nel 1871, che produce camicie al cento per cento in cotone e occupa quasi duemila dipendenti. Il nostro lavoro consisteva nello studiare tutto il processo produttivo e analizzare quindi per ogni reparto sia i pregi che i difetti». Dopo quaranta giorni a Nagpur, i due studenti si sono spostati a Bangalore in un’altra sede dell’azienda per svolgere un’attività diversa e sicuramente più stimolante: analizzare il lavoro di un unico reparto, quello delle camicie casual, individuare le cause dei ritardi nelle consegne e proporre delle soluzioni. «In queste seconda fase abbiamo potuto applicare finalmente le conoscenze teoriche acquisite all’Università. In generale è stata un’esperienza interessante e molto stimolante, più di quanto avrebbe potuto essere quella in un’azienda italiana. Certo, all’inizio è stato difficile. Ci siamo trovati catapultati in una realtà totalmente diversa dalla nostra, in mezzo a persone che non sempre parlavano e capivano l’inglese. Ma gli indiani sono una popolazione molto disponibile».
Archiviata l’esperienza indiana, Davide e Staphane affronteranno fra dieci giorni una nuova sfida: un anno in Argentina per conseguire il doppio titolo di studio.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Ennio Doris, il film sul banchiere è firmato dal regista varesino Giacomo Campiotti
Felice su Sono soprattutto stranieri e sportivi i turisti che apprezzano sempre di più il Varesotto
YORK su Nuovo sgombero al campo nomadi di Gallarate, polizia e carro attrezzi al lavoro dal mattino
massimiliano_buzzi su Si affida ad un professionista per rivalersi sul medico che aveva sbagliato diagnosi ma viene truffato
Ombretta Gianni su Le barche d'epoca di Laveno Mombello al Festival internazionale di Sète
PaoloFilterfree su Il PD: "Lega a Varese già asfaltata due volte, loro a caccia di like e noi stanziamo 3,5 milioni per le strade"
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.