Farioli: «Contro lo smog servono misure strutturali»
Il sindaco annuncia che non si prenderanno provvedimenti di emergenza per abbattere i livelli di polveri sottili e invoca vento e pioggia. Ma annuncia: «Da martedì cominceremo a scrivere il libro azzurro per Busto»
Il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli non crede alle misure d’emergenza contro lo smog che in questi giorni sta facendo registrare livelli record in tutta la provincia da Varese a Busto. Se il capoluogo ha deciso di istituire le targhe alterne per i prossimi due fine-settimana, la seconda città della provincia guarda alle misure strutturali per il futuro: «Trovo le misure di emergenza più dannose che utili ed è provato scientificamente – dice Farioli – l’unica utilità che possono avere è a livello educativo per i cittadini ma nulla di più». Per questo motivo, nonostante anche Busto Arsizio registri livelli di polveri sottili oltre il limite da sedici giorni, non si prenderanno provvedimenti contingenti.
Il primo cittadino, però, chiede al suo assessore una stretta sui tempi di realizzazione del cosiddetto "libro azzurro", un documento che dovrebbe contenere quelle misure strutturali utili ad abbattere l’emissione di inquinanti in atmosfera: «Martedì prossimo ci sarà il primo incontro in conferenza dei dirigenti – annuncia – in quella sede elaboreremo le strategie, da concordare con gli altri centri urbani dell’area omogenea, per il futuro». Teleriscaldamento e incentivi all’acquisto di auto a metano sono i due capisaldi del piano e il resto è tutto da concordare: «Su questi due punti siamo già attivi – spiega ancora Farioli – i lavori per il teleriscaldamento procedono e ci permetteranno di spegnare moltissime caldaie a gasolio mentre sugli incentivi stiamo studiando anche come allargarli».
In conclusione, però, il sindaco sottolinea un aspetto legato ai dati diffusi in questi giorni dalle centraline di Arpa: «Sarà un caso – dice – ma i livelli di pm10 registrati a Busto in questi giorni, seppur oltre il limite, sono inferiori a quelli di Varese. Non succede praticamente mai». Per l’aria che respiriamo da due settimane a questa parte Farioli non si sbilancia: «L’unica soluzione sarebbe il vento o una pioggia consistente – ma poi un piccolo strappo al suo pensiero lo fa – magari emaneremo un’ordinanza più facile da rispettare chiedendo di abbassare i riscaldamenti nelle case».
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