Igor Cassina, un campione con la solidarietà nel sangue
La medaglia d'oro di Atene 2004, testimonial dell'AVIS, ha incontrato gli studenti del liceo scientifico Tosi di Busto: «Donare è un bel gesto per noi stessi e per gli altri»
Il ginnasta di Seregno ha raccontato la sua esperienza da donatore al liceo scientifico "Arturo Tosi" di Busto Arsizio, davanti a una folta platea di studenti non soltanto dell’istituto di via Grossi ma anche dell’ITIS, dell’IPSIA e del liceo artistico: «Sono entrato in contatto con l’AVIS dopo il successo alle Olimpiadi – ha detto Cassina – e sono felice di essere diventato non soltanto testimonial, ma soprattutto donatore. Prima, lo ammetto, sono stato un po’ egoista, ma l’importante è arrivare prima o poi a capire che è importante fare qualcosa per gli altri. Donare il sangue è un gesto significativo verso qualcuno che in quel momento ha bisogno, e di sangue c’è bisogno tutti i giorni. Se questo non bastasse, si tratta anche di un beneficio per noi stessi, sia perché potremmo essere tra i destinatari del sangue, sia perché la donazione consente di controllare periodicamente la nostra salute».
L’attività di donatore, del resto, è perfettamente compatibile con lo sport ad alto livello: «Certo, non dono il sangue il giorno prima di uno sforzo eccessivo – ha ricordato il ginnasta che nel 2002 ha dato il suo nome a uno specifico esercizio alla sbarra – ma già nella stessa giornata del prelievo faccio palestra, e ho sempre continuato gli allenamenti senza alcuna conseguenza».
All’incontro erano presenti anche il presidente dell’AVIS Busto Arsizio, Bruno Taverna, il suo predecessore Pietro Secondin, il presidente provinciale Luigi Pinciroli, l’oncologo dell’ospedale di Busto Arsizio Giovanni Trotti e l’assessore allo Sport Ivo Azzimonti, oltre al dirigente scolastico Giulio Ramolini e al professor Maurizio Moscheni, ormai da anni attivissimo nella promozione delle attività dell’associazione. Grazie al suo impegno, ormai quasi tutti gli studenti delle quarte classi del liceo si sottopongono alla visita preliminare e negli ultimi 4 anni ben 300 sono diventati donatori, in una zona in cui il "ricambio" è fortunatamente elevatissimo: nel dicembre 2009 il 45% dei nuovi iscritti sono stati ragazzi tra i 19 e i 20 anni. «Nel nostro territorio – ha ricordato il dottor Trotti – c’è un’importante cultura della donazione, che non esiste in altre zone d’Italia. Alle nuove generazioni spetta il compito di portare avanti la tradizione».
E non è detto che sia l’ultima: «Mi serviva uno stimolo per andare avanti – questa la conclusione di Igor – ora l’obiettivo è arrivare fino a Londra 2012, poi basta…».
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