«Era un Angelo di nome e di fatto»

Tutti in paese conoscevano il benzinaio barbaramente ucciso con un colpo di pistola al torace. Come il padre Severino aveva la passione per la bicicletta ed era una promessa mancata del ciclismo professionistico. Da oltre 35 anni gestiva il distributore di via Monte Grappa

angelo canavesi, benzinaio ucciso a gorla minoreAngelo Canavesi, barbaramente ucciso questa mattina nella sua pompa di benzina in via Monte Grappa, era ormai un’istituzione a Gorla Minore enel resto della valle; intere generazioni di gorlesi hanno avuto a che fare con lui. Da oltre trentacinque anni alla pompa c’era lui, l’Angelo che correva in bicicletta, il figlio del Severino, gloria locale e nazionale del ciclismo d’altri tempi. Questa mattina, come in una processione, tutti sono passati dal distributore di benzina della Shell per rendersi conto di persona cos’era successo ad Angelo: «E’ davvero terribile quello che è accaduto – racconta un compagno di bicicletta del Canavesi – era un’uomo mite che amava il suo lavoro e, nonostante fosse romai in pensione, veniva ad aprire tutte le mattine. Con lui ricordo le sgambate in bicicletta. Lui era una promessa del ciclismo, un Angelo di nome e di fatto».

Canavesi aveva tentato di seguire le orme del padre e stessa cosa ha fatto il figlio Emanuele, tre generazioni di passione per le due ruote e il sogno del professionismo che Angelo stesso aveva accarezzato ai tempi della Cademartori di Lecco. «Poi le cose sono andate diversamente – racconta l’amico – aveva rinucniato al professionismo ma ha continuato ad andare in bici». Anche il figlio Emanuele è stato una bella promessa poi è arrivata la compagna, il matrimonio e il primo figlio, nato da poco, che era già la gioia del nonno: «Ti sei fatto vecchio Angelo – gli aveva detto solo venerdì mattina una vecchia cliente che racconta sgomnta e con le lacrime agli occhi – avevo saputo del nipote e l’avevo chiamato nonno, lui mi aveva dato una carezza sul viso e mi aveva sorriso».

Tutti ricordano il Canavesi come una persona buona e allegra, che scherzava sempre e lavorava duro: «Chi vuoi che non conosca Angelo qui a Gorla come a Marnate – racconta Alessandro Bonfanti, consigliere comunale a Gorla e consigliere provinciale – appena ho saputo sono venuto qui, fa tanta rabbia vedere morire così una persona come lui». Stesse parole anche dal sindaco di Gorla Minore Giuseppe Migliarino: «Non ci sono parole per descrivere questo momento – ha detto Migliarino – Angelo era una persona buonissima e sempre gentile. Perchè l’hanno ucciso, a cosa è servita tutta questa violenza». Proprio questa è la domanda che percorre come un tam tam le vie del piccolo centro dove non si erano mai verificati, di recente, fatti di una tale violenza. La moglie di Angelo e la nuora si sono chiuse in casa al 69 di via Roma, trincerate dietro il silenzio e il dolore che in questi momenti copre ogni altra emozione; Emanuele, invece, è rimasto per tutta la mattina al distributore con gli inquirenti per aiutare a ricostruire cosa può essere successo e per aiutare a trovare il colpevole di questo omicidio efferato.

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Pubblicato il 22 Febbraio 2010
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