Sequestrata cava, la riempivano con i rifiuti

Sigilli ad uno dei siti estrattivi più grandi in provincia. La Procura di Busto indaga su estrazione abusiva di sabbia e ghiaia e stoccaggio di rifiuti pericolosi

sequestrata cava a lonate pozzolo, la riempivano coi rifiutiLa Procura di Busto Arsizio mette i sigilli ad una delle cave più grandi ed importanti in provincia di Varese (foto a sin. da google), quella di via San Siro a pochi metri dalla superstrada Boffalora-Malpensa in zona Sant’Anna a Lonate Pozzolo e dalla quale sono stati estratti sabbia e ghiaia utili alla costruzione della stessa strada. Sei gli indagati, l’intero consiglio di amministrazione più il proprietario, in vari procedimenti partiti dai pubblici ministeri Luca Gaglio e Roberto Pirro grazie al lavoro svolto dal commissario aggiunto Davide Corbella dell’aliquota reati contro ambiente e salute istituita dal Procuratore capo Francesco Dettori.

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Secondo l’accusa, che ieri ha effettuato il sequestro preventivo di due aree, la società Cave del Ticino spa (che appartiene ad un noto imprenditore della provincia di Varese) avrebbe estratto dal suolo ben 185 mila metri cubi di materiale dei quali 174 mila abusivamente in violazione del piano cave provinciale andando a toccare anche la falda acquifera e avrebbe riempito questi enormi buchi con rifiuti pericolosi (Arpa ha rilevato valori fuori norma di nichel, idrocarburi e cromo) e non pericolosi. L’indagine è partita dalla denuncia effettuata dalle guardie ecologiche del Parco del Ticino, ente entro il quale ricade la cava stessa, e dalla Polizia Locale di Lonate Pozzolo riguardo alla costruzione di una strada interna all’area di estrazione che collegava la Boffalora-Malpensa al sito per evitare che i camion intasassero la viabilità ordinaria.

La società, però, non si era attenuta alle richieste dell’amministrazione e invece di una piccola strada di servizio aveva costruito una vera e propria superstrada in trincea. Al termine del suo utilizzo, poi, era stata riempita in parte con rifiuti rivelatisi tossici. Da questa prima indagine si sono sviluppate una serie di verifiche sulle quantità di materiale estratto nell’intera cava che è risultato ben oltre il consentito. Per dare un’idea della quantità di materiale estratto in più possiamo trasformare in numero di camion i metri cubi in eccesso: il risultato è circa 45 mila camion di sabbia e ghiaia. La procura procede per i reati di escavazione abusiva di sabbia e ghiaia e scarico di rifiuti pericolosi in area protetta.

Non è stupito della cosa il sindaco di Lonate Pozzolo Piergiulio Gelosa: proprio gli agenti della Polizia Locale hanno elevato sanzioni negli ultimi dieci anni quantificabili in circa 15 milioni di euro nei confronti della "Cave del Ticino spa" ma di questi soldi, tra ricorsi e cavilli, non ha ancora visto un centesimo: «Abbiamo cercato di fare quanto era in nostro potere per fermare quella che a nostro avviso era una situazione di illegalità – ha detto il primo cittadino – ma non credo che ci sia da vantarsi, era nostro dovere fermare questo scempio». Questo tipo di reati però non prevede grosse pene se non è contestata l’associazione a delinquere e la prescrizione arriva, al massimo, nel giro di 5 anni. Il rischio, dunque, è che chi ha la responsabilità del danno, alla fine, non paghi per quello che ha fatto.

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Pubblicato il 02 Marzo 2010
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