Voto regionale, la Lega cresce ma manca il sorpasso. Primo partito? Gli astenuti

Per Luciana Ruffinelli oltre 1500 preferenze. Una corazzata il centrodestra; dura punizione per il PD che perde sei punti rispetto alle politiche 2008. Sinistra radicale annientata dall'emergere di "grillini" e dipietristi

Elezioni regionali largamente secondo previsioni a Busto Arsizio, con un successo chiarissimo per il centrodestra, e in particolare, per una Lega cui tuttavia non riesce il "sorpasso" sul PdL, di cui resta a sei punti percentuali di distanza.
Il dato definitivo di 81 sezioni scrutinate su 81, circa i due terzi del totale, vede in largo vantaggio Roberto Formigoni con il 62,53% dei voti sul 27,39% appena per Filippo Penati.
Briciole agli altri: 4,56% a Savino Pezzotta (comunque più del 3,85% dell’Udc che lo sosteneva), 3,12% per Vito Crimi, candidato "grillino" del Movimento 5 Stelle (che si ferma, nei consensi di lista, al 2,67%), devastante disfatta anche a Busto per Vittorio Agnoletto (1,86%) e la Federazione della Sinistra (1,64%…), solo lo 0,54% "a titolo strettamente personale" infine per Gianmario Invernizzi, candidato di Forza Nuova, il movimento di estrema destra che qui in provincia di Varese non presentava una sua lista.
Analizzando anche i voti, sempre su base parziale, ai due principali candidati, Formigoni perde circa un 2% sulla somma dei voti di PdL (35,13%) e Lega (29,52%), Penati invece rosicchia qualche voto in più del magro totale dei voti di Pd (16,68%), Italia dei Valori (6,34%), Pensionati (1,61%), Sinistra Ecologia Libertà (1,53%), Verdi (1,01%).
Si segnala un numero considerevole di schede nulle, vuoi per errori materiali nella compilazione, vuoi, più spesso, intenzionalmente: ben il 2,64%. Le bianche sono appena lo 0,74%. Per tacere dell’astensione, massiccia: ha votato solo il 62,09% degli aventi diritto. Il primo partito di Busto Arsizio è quello di chi non si è recato alle urne.

– Le preferenze (numeri soggetti ad aggiornamento)

Il dato, a scrutinio ormai ultimato per le liste ma tuttora in corso per le preferenze (h 23,45), vede ben delineati i protagonisti, i "nomi noti" che i bustocchi hanno scritto sulle schede elettorali affidando loro il mandato di rappresentarli al Pirellone.
Nel PdL un Luca Daniel Ferrazzi fortissimo sbanca con 1077 preferenze bagnando il naso perfino a un Raffaele Cattaneo (934), terzo Rienzo Azzi (780), distante ma molto votato dai bustocchi anche Luigi Zocchi (390). Ma è la Lega a dimostrarsi partito, orientando le preferenze in massa sulla bustocca Luciana Ruffinelli, scelta da ben 1557 elettori concittadini; molto distante Giangiacomo Longoni a quota 189.
Nel Pd Walter Picco Bellazzi, profeta in patria, stende tutti con 566 preferenze, superando Stefano Tosi (417) e un Alessandro Alfieri (134) battuto a Busto anche dalla cardanese Laura Prati (171); spicca invece nell’Udc Enrico Maria Tacchi con 174 preferenze, mentre Christian Campiotti è arenato a quota 22. In Sinistra Ecologia Libertà, pur batostata duramente, bene ha fatto il bustese Sergio Barletta con 139 preferenze, "stracciando" il suo capolista Agostinelli, consigliere regionale uscente, fermo a quota 76. Sono invece 93 le preferenze di Alessandro Milani dell’Italia dei Valori. Nella Federazione della Sinistra il risultato per Ada Salerno è di 71 preferenze che la fanno di gran lunga la più votata della lista. Non trascurabili a questo punto nemmeno le 33 di Giuseppe Bruno dei Verdi, buone se comparati ai circa 350 voti totali per la lista. Ultima curiosità, i "grillini" Deborah Crespi e Ivan Catalano se la cavano con 53 e 57 preferenze rispettivamente a fronte di un bacino di elettori niente male per gli "esordienti totali" di Lombardia 5 Stelle, che superano quota 900 voti.

– Qualche raffronto con le politiche del 2008

È forse utile fare un passetto indietro: più che le regionali del 2005, il primo dato utile che si incontra è quello delle elezioni politiche del 2008. Limitandosi al più rappresentativo voto per la Camera, che include anche i più giovani, si nota che il PD allora raccolse il 22,85%, e ha dunque perso ben sei punti, e l’Italia dei Valori il 3,87%, il che significa che ne ha guadagnati quasi tre; il PdL era al 38,11% e la Lega Nord al 23,71%. Se ne ricava che il PdL è scalfito, mentre la Lega cresce fortemente, ma quello che prende non è che in parte voto ex berlusconiano. Il centrodestra nel suo complesso non fa che rafforzarsi e consolidarsi, pur nella rivalità. Quanto al tracollo della sinistra, era già annunciato dall’abissale 2,35% che nel 2008 affossò anche in quel di Busto l’Arcobaleno, lo sventurato cartello elettorale il cui fallimento per la prima volta dai tempi del fascismo ha lasciato fuori dal Parlamento falci, martelli ed affini.

– Qualche considerazione sui numeri

Analisi a caldo: la Lega è forte e ottiene un ottimo risultato. Il PdL conferma la sua solidità alle urne, ma può guardare con qualche timore un alleato che mira a far valere i suoi numeri nel non sempre armonioso "rapporto di coppia" al governo della città. Stabile al centro, con modesti consensi, l’Udc casiniana. Per il centrosinistra da Busto Arsizio quasi solo cattive notizie; addirittura "asfaltata" la sinistra radicale, cui sembra fatale la discesa in campo dei "grillini" a togliere loro anche quelle poche briciole di consenso recuperabili. Nota a parte, infine, per i Pensionati, che senza praticamente rappresentanti sul territorio e quasi senza preferenze hanno fatto meglio di Sinistra Libertà Ecologia e dei Verdi.

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Pubblicato il 29 Marzo 2010
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