I tifosi storici sono furibondi: «Irriconoscibile Pro Patria»

L'addio di Cosco, una squadra che non reagisce e un presidente che non cambia strategia: ecco come vedono la loro squadra gli storici supporters che si ritrovano al bar Ivetta

Avrà anche cambiato gestione ma il bar Ivetta resta il vero covo dei tifosi della Pro Patria e come ogni sera, Andrea Gambertoglio presidente dei Pro Patria clubs non manca di far sentire la sua sulla squadra insieme all’amico di sempre Vittorio Talarini. In questi giorni, dopo l’addio di Vincenzo Cosco alla panchina della squadra, il clima non è dei migliori tra i tifosi storici: «Quest’anno è dura salvarsi – dice Gambertoglio – ma bisogna crederci comunque. Sono state sbagliate tante cose». Gambertoglio ne ha per tutta la squadra, o quasi, e la società non sfugge alle sue critiche: «L’anno scorso avevamo una squadra e un padrone (Ceravolo ndr) ma non c’era un presidente – spiega – quest’anno non c’è la squadra nè il padrone ma abbiamo un presidente».

Vittorio Talarini è molto più drastico di Gambertoglio e parla apertamente di retrocessione: «Finiremo in seconda divisione. Sono arrabbiatissimo con Tesoro – si sfoga – non può pensare di essere un esperto di calcio, anzi mi sa che capisce ben poco! Serve una dirigenza seria che sappia scegliere gli uomini, lui ha dimostrato di non saperlo fare e a gennaio, invece di rafforzare la squadra, l’ha indebolita vendendo i più giovani». Gambertoglio, quando non deve stare attento alle parole forti dell’amico Talarini, interviene nel discorso: «Purtroppo questi giocatori non si sono rivelati all’altezza della maglia che portano – continua il tifoso tigrotto – Ora c’è Di Fusco che ha polso ma si doveva intervenire prima, quando si era capito che Cosco non aveva presa».

Ora i tifosi meditano sul da farsi: «Non vogliamo dire cosa faremo ma sarà un segnale forte – promette – e questa volta Caglioni non potrà farci niente (il riferimento è allo striscione di protesta esposto qualche settimana fa e strappato dal portiere biancoblù, ndr)». Domani sera si riuniranno nella strorica sede di via Pozzi, quella sede che anche Beccalossi ha elogiato definendola la più bella d’Italia: «Ci ritroviamo per decidere come far sentire la nostra voce – conclude – anche se ormai qua devono scendere in campo 11 santi per salvarci».

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Pubblicato il 08 Aprile 2010
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