‘Ndrangheta a Lonate, Mario Filippelli doveva essere ucciso
E' considerato dagli inquirenti il capo del braccio armato della cosca di 'ndrangheta che ha spadroneggiato per anni tra Lonate Pozzolo e Legnano ma in molti lo volevano morto. Il pm ha chiesto per lui 12 anni di carcere
Mario Filippelli, uno dei 39 arrestati nel corso dell’operazione della Dda denominata "Bad Boys", doveva essere ucciso. A dirlo è lo stesso pubblico ministero che si è occupato dell’inchiesta, Mario Venditti, durante la sua requisitoria tenuta questa mattina nell’aula del tribunale di Milano, durante la discussione sui riti abbreviati legati al processo sulla locale di ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo. Il magistrato ha letto alcune intercettazioni ambientali nelle quali Nicodemo Filippelli e Mario Esposito si stavano mettendo d’accordo per attirare il Filippelli in una trappola nei pressi dei boschi di Vanzaghello. Il suo nome, dunque, doveva finire in quell’elenco speciale che già allora comprendeva già i nomi di Alfonso e Cataldo Murano oltre che quello di Giuseppe Russo. Solo l’intervento dei Carabinieri con l’operazione del marzo 2009, è riuscito a interrompere la catena di omicidi dei quali quello di Filippelli sarebbe stato l’ultimo.
Secondo il pm queste intercettazoni comproverebbero il fatto che Mario Filippelli facesse parte dell’associazione di stampo mafioso e che siccome era diventato troppo "rumoroso" andava eliminato. A Filippelli, infatti, vengono imputati un numero imprecisato di estorsioni e minacce nei confronti di imprenditori e commercianti. Il mandante dell’omicidio, sempre secondo le intercettazioni lette in aula, sarebbe stato proprio Vincenzo Rispoli, come riferisce in una conversazione Nicodemo Filippelli a Mario Esposito. Prove dirette del fatto che Mario Filippelli facesse parte della locale di ‘ndrangheta non ce ne sono e il pubblico ministero ha dovuto cercare i collegamenti seguendo strade diverse. Secondo Venditti Mario era a capo dell’associazione a delinquere semplice, anche se a lui non è attribuito questo reato, in quanto faceva parte dell’associazione mafiosa. Per lui il pm ha chiesto 12 anni di reclusione, ovvero 18 ani con lo sconto di un terzo della pena previsto per i riti abbreviati.
Secondo il legale di Filippelli, Francesca Cramis, la requisitoria di Venditti non proverebbe l’associazione mafiosa del suo assistito: «Non ci sono elementi sufficienti a comprovare questo tipo di associazione – dice il legale – non è possibile sostenere che lui facesse parte dell’associazione mafiosa perchè era a capo dell’associazione semplice, anche perchè non gli viene imputata l’associazione semplice». Questa contraddizione, in effetti, indebolisce la tesi del pubblico ministero che, però, ha dalla sua una mole impressionante di intercettazioni telefoniche e ambientali. Filippelli in queste non appare mai in prima persona ma il fatto che alcuni affiliati alla locale tramassero il suo omicidio ne sottolinea, sicuramente, l’importanza. Il 28 maggio si tornerà in aula per l’arringa del difensore che sosterrà la tesi contraria.
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