Sei mesi fa l’ok ma il centro servizi resta un miraggio

Il Partito Democratico all'attacco della giunta Farioli sull'area industriale di Sacconago. Erica D'Adda e Valerio Mariani presentano un'interrogazione sulla variante al piano degli insediamenti produttivi e sulle infrastrutture

La zona industriale e il rilancio del settore produttivo a Busto Arsizio sono i temi sui quali il Partito Democratico di Busto lancia la lunga corsa della campagna elettorale e lo fa mettendo la maggioranza di centrodestra di fronte alle sue responsabilità sottolineando le tante promesse non mantenute e la situazione di carenza di servizi in quello che dovrebbe essere uno dei polmoni produttivi non solo di Busto ma dell’intera provincia: «Abbiamo presentato un’interrogazione in cui elenchiamo tutti i provvedimenti votati a gennaio con la variante parziale al piano degli insediamenti produttivi ma dei quali, a sei mesi di distanza non abbiamo più notizia – accusa Erica D’Adda – che fine ha fatto il famoso centro servizi».

Il Partito Democratico chiede di conoscere la tempistica e le modalità di realizzazione di infrastrutture e servizi quali uffici comunali decentrati, sedi di associazioni, sportelli bancari e postali, il presidio di pronto intervento sanitario, servizi di vicinato, spazi per la formazione e spazi alberghieri. Ma non solo: nell’interrogazione si chiede anche se e quando verranno realizzati i parcheggi collettivi, la scuola materna, quando verrà modificata la viabilità di via Piombina, i finanziamenti per i collegamenti nord-sud e sud-ovest, senza dimenticare tempi e finanziamenti per la realizzazione della ss 33 bis.

«Su tutti questi punti gli industriali hanno più volte chiesto lumi – fa sapere ancora Erica D’Adda – e dalle parti di Sacconago si comincia a respirare un certo clima di sfiducia verso questa classe politica che governa la città per le tante promesse non mantenute». Valerio Mariani, capogruppo del partito in consiglio comunale, lancia l’appello agli imprenditori: «Vogliamo sollecitarli ad uscire dall’anonimato perchè prendano posizione in merito alle tante promesse – chiede – perchè l’area industriale senza infrastrutture e servizi non può dare risposte a chi produce. Ci sono grandi e importanti realtà industriali che reggono alla crisi ma hanno bisogno di essere sostenute, altrimenti non lamentiamoci se poi spostano la produzione altrove». Per Erica D’Adda questa amministrazione non è in grado nemmeno di far funzionare la macchina comunale, già dimezzata dal blocco delle assunzioni: «Manca l’autorevolezza di chi governa – sottolinea – non si può scaricare sui lavoratori tutta la responsabilità della burocrazia. Se il sindaco e i vari assessori godessero della fiducia dei propri dipendenti le cose andrebbero diversamente. Mettetevi nei panni di un dirigente che deve apporre una firma e caricarsi di responsabilità in merito ad un atto della giunta e vede i responsabili politici scannarsi su ogni decisione, ci pensa due volte prima di far partire una pratica».

Il Pd si dice pronto a sostenere il settore produttivo, imprenditori e lavoratori, nelle sue richieste: «Siamo andati ad incontrare molti imprenditori dell’area industriale – ribadisce Mariani – e abbiamo notato il grande clima di sfiducia nei confronti di questa amministrazione. noi ci poniamo come forza che si schiera al loro fianco e se i cittadini ci daranno fiducia siamo pronti a velocizzare tutte le opere necessarie all’area industriale con atti semplici». Erica D’Adda sottolinea anche la maturazione del Pd da questo punto di vista: «Forse in passato abbiamo fatto qualche errore ma ora questa forza è matura per affrontare in maniera rapida i problemi urgenti – conclude – dopo 18 anni di centrodestra credo che in molti abbiano capito che questa città è chiusa in un bozzolo dal quale non riesce a liberarsi. Questa giunta ci mette 5-6 anni per dare una risposta sull’allargamento di un capannone e vive di oneri di urbanizzazione per tamponare la spesa corrente».

Il caso della Nupigeco è li a dimostrare, secondo il Pd, la cecità di questa amministrazione: «Questa impresa è in continua espansione, produce tubi di plastica per gasdotti e fa formazione all’interno dell’azienda – racconta Valerio Mariani – esporta il 45% di quello che produce e dialogano col mondo. Questa azienda non può espandersi perchè dietro gli hanno costruito una strada senza nessuna valutazione sull’ooportunità o meno di chiudere gli spazi in questo modo ad un’impresa con prospettive di aumentare spazi e dipendenti».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Giugno 2010
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