Accam volta pagina: Roberto Antonelli nuovo presidente

Nominato il nuovo CdA, passano bilancio e piano economico finanziario. Non mancano le discussioni, aspro scontro fra il presidente uscente Cicero ("vi ho sopportati per tre anni") e il sindaco di Legnano Vitali

Accam SpA volta pagina dopo i tre anni più sofferti e complessi della sua storia. Si è conclusa con la nomina del nuovo consiglio d’amministrazione l’assemblea dei soci tenuta a Busto Arsizio a Palazzo Gilardoni. Nuovo presidente sarà Roberto Antonelli, già presidente di Agesp, la multiservizi bustocca; suo vice Olindo Garavaglia, già sindaco di Parabiago per due mandati; Alberto Ramponi, Giuseppe Migliarino e Giovanni Canziani (i primi due già consiglieri in carica) completano il quintetto del CdA societario.
Da segnalare lo sfogo del presidente uscente Cicero: la seduta odierna dell’assemblea non ha infatti mancato di momenti tesi. Oltre al rinnovo delle cariche si votava un bilancio in perdita (causa ammortamenti, calo dei prezzi dell’energia e perdita dei contributi Cip6) e il piano economico finanziario, che prevede fra l’altro le nuove tariffe di conferimento: 120 euro a tonnellata per i primi due anni, poi 110 euro fino al 225. Eliminata la quota fissa nelle tariffe per quei Comuni che conferiscono in Accam, a parte si è considerato il caso di Gorla Maggiore, sede di discarica, che non ha mai conferito un etto di rifiuti ad Accam ma ha sempre pagato la quota.

A scaldare gli animi era la discussione fra i rappresentanti dei Comuni, perplessi di fronte all’operazione revamping, nello specifico per le fideiussioni richieste ai singoli Comuni soci a garanzia degli ingenti finanziamenti per il rinnovo tecnico e strutturale dell’inceneritore di Borsano. A più di un Comune non è andata giù la previsione contenuta nel piano circa i bonus tariffari: nulla da dire su quello del 5% che premierà chi supererà il 60% di raccolta differenziata, ma ha lasciato perplessi alcuni la scelta di destinare 320mila euro annui ai bonus per quei Comuni che hanno concesso le fideiussioni.  Contrari soprattutto Vanzaghello («si dividono i soci in buoni e cattivi») e Legnano con il sindaco Lorenzo Vitali. Quest’ultimo osservava, riguardo alle fideiussioni, che «c’erano centomila altre strade per affrontare la questione senza mettere (solo nel caso le cose si mettano molto male ndr) a rischio i patrimoni comunali, ma non avete voluto seguirle».Circa le richieste delle banche, Cicero ricordava l’asta andata deserta a dicembre per il mutuo sulle caldaie, e il fatto che BNL si era infine trovata sola concorrente per il revamping.
Vitali rilanciava: «Alla base di tutto c’è una convenzione che espone i Comuni a rischi elevati. "Retribuire" la fideiussione è agigungere errore ad errore». Cicero non si conteneva più e sbottava. «La convenzione non mi è mai piaciuta, ma senza quella domattina si chiude. Vogliamo modificarla? Se ne dia mandato al nuovo CdA. Niente convenzione, niente revamping; niente revamping, niente Accam, ce ne si faccia una ragione. E lei, sindaco, vuole portare i rifiuti ad Accam sì o no? Accam deve vivere o no? Decidano i soci». Quando Vitali replicava gelido che i toni del presidente verso i soci dovrebbero essere altri, Cicero esplodeva: «Sono i vostri modi che dovrebbero essere altri: per tre anni vi ho sopportati!» «Doveva dimettersi allora, siamo noi ad avere sopportato la sua poca capacità. Siamo un anno in ritardo sul revamping» la replica. Cicero avrebbe poi spiegato di non averlo fatto per non lasciare Accam in mezzo al guado in un momento molto delicato. Gettava acqua sul fuoco con savoir faire Farioli, pronto a sostenere Vitali come «persona seria e specchiata» pur nelle differenti opinioni, ma c’era ancora il tempo per lui per recuperare dal corridoio proprio Vitali e il collega gallaratese Mucci, impegnati in una discussione. Al voto sul piano economico-finanziario si distinguevano i no di Legnano, San Giorgio su Legnano e Vanzaghello, ma come per il bilancio circa il 60% delle quote societarie rientrava nel "sì".
Presentando infine la proposta per il nuovo CdA, passata con le sole astensioni di Canegrate e Castano Primo, sempre Farioli presentava un documento allegato alle nomine con cui si impegnavano i consiglieri entranti a perfezionare "in tempi brevi" l’iter del revamping, proporre all’assemblea entro un anno un piano di valorizzazione della società, che identifichi siti diversi da quello di Borsano per le diverse fasi del ciclo integrato dei rifiuti, infine a proporre sempre entro un anno un piano di trasformazione societaria, anche coinvolgendo le società partecipate dei comuni.

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Pubblicato il 29 Giugno 2010
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