“Delitti” contro l’ambiente, Lombardia prima al nord

Presentato il sedicesimo rapporto di Legambiente sulle ecomafie. La nostra regione nona nella classifica nazionale dell'illegalità ambientale

Lombardia ed Ecomafie, due realtà sempre più vicine. È questa l’amara verità che esce dal sedicesimo “Rapporto Ecomafia” firmato dall’Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente che aderisce all’associazione Libera-Contro le mafie. «Il contrasto alla criminalità ambientale – ha esordito Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia – richiede una mobilitazione sociale e collettiva e uno sforzo comune delle associazioni e delle forze dell’ordine». Una sfida, come l’ha definita Di Simine, che si trova davanti a uno scenario a tinte fosche: 855 infrazioni contro l’ambiente nel 2009, 340 sequestri, 865 persone denunciate e un “ruolo da protagonista” nel 34 per cento delle grandi inchieste italiane sui traffici illeciti di rifiuti. Con questi dati la nostra regione si colloca così al nono posto della classifica nazionale, prima fra le regioni del Nord. In particolare, la situazione più allarmante è quella relativa allo smaltimento dei rifiuti, il tema principale del rapporto insieme a quello del cemento e dell’abusivismo edilizio.
 
Il ciclo dei rifiuti – Mille arresti e più di seicento aziende indagate in otto anni. «Ogni ora avviene un sequestro e ogni ora vengono fatturati due milioni di euro nelle ecomafie – spiega Enrico Fontana di Legambiente -. Siamo un paese a rischio a dirlo non solo i dati, ma anche persone come Roberto Saviano e Pietro Grasso che hanno firmato la prefazione e l’introduzione al rapporto. Solo quello dei rifiuti è un affare da sette miliardi di euro». Secondo il rapporto, in Lombardia sono in aumento le illegalità accertate nella gestione dei rifiuti che nel 2009 hanno raggiunto quota 153. Parallelamente crescono le persone denunciate, 241, e i sequestri, 55. «Questa regione è direttamente o indirettamente la più esposta – continua Fontana -. Pochi lo sanno, ma qui c’è anche un traffico la contrario: i rifiuti oltre a partire per essere portati all’estero in paesi come la Cina, arrivano dalle regioni del sud Italia come la Campania. In questo ambito, è a Varese che si è svolta una delle più grandi operazioni, Replay, che ha visto l’arresto, fra gli altri, di Salvatore Accarino “Il re dei rifiuti”. È però Brescia a detenere il numero maggiore di infrazioni ovvero 31, seguita da Pavia con 28 e Cremona con 23.
 
Il ciclo del cemento – Anche per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento la Lombardia non si fa comunque mancare nulla: abusivismo edilizio, appalti pubblici truccati, escavazioni illegali nei fiumi riempiono il campionario lombardo portando a 254 le infrazioni accertate nel 2009, con 312 denunce e 23 sequestri. «L’abusivismo – spiega Sergio Cannavò, co-presidente Centri di Azione Giuridica di Legambiente – in Lombardia non è mai stato un fenomeno diffuso come al Sud, anche se non è certo inesistente. Il fato è che però rifiuti e cemento tendono a diventare sempre di più un ciclo unico». Clamorosa è stata l’operazione nel Parco del Ticino, condotta dagli agenti coordinati dalla Procura di Busto Arsizio, che nel 2009 hanno sventato un giro di escavazioni abusive destinate alla realizzazione della TAV Milano Torino. Tra le provincie lombarde con più infrazioni accertate spicca quella di Sondrio con ben 81 casi, seguono Bergamo con 42 e Brescia con 36.

Le proposte – Il rapporto di Legambiente non si ferma però solo all’analisi e alla denuncia, ma contiene anche una parte di proposte, una sorta di “patto contro le ecomafie”. Al governo si chiede di recepire entro dicembre 2010, come fissato dall’Unione europea, il delitto contro l’ambiente nel codice penale. Inoltre, Legambiente propone di inserire i delitti ambientali commessi nell’ambito delle attività imprenditoriali tra quelli previsti dal decreto legislativo 231 del 2001 che sanziona i soggetti giuridici, ovvero le aziende. Agli imprenditori e in particolare a Confindustria si chiede di espellere tutti coloro che figurano come protagonisti o complici.

Un primo segnale positivo è arrivato dall’assessore regionale al Territorio Daniele Belotti. «Stimo molto il coraggio con cui queste associazioni denunciano, con nomi e cognomi. Credo che in questo campo serva una “dichiarazione di guerra” non solo alle mafie e alle imprese direttamente coinvolte, ma anche agli imprenditori che fanno i furbi e causano dei danni irreparabili. Da parte nostra, possiamo aumentare i controlli e sospendere nuove autorizzazioni per le imprese che sono sotto indagine. Soprattutto dobbiamo lavorare sull’aspetto culturale, a partire dalle scuole. Per vincere la battaglia sui rifiuti, è necessario però diventare autosufficienti nello smaltimento dei rifiuti. Se si costruiscono nuovi impianti regolari, non possiamo quindi vederli sempre come il peggio del peggio».

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Pubblicato il 05 Luglio 2010
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